Rete professioni tecniche, bene Jobs act autonomi ma fare di più
Roma, 25 mar. (Labitalia) - “Il Jobs Act degli autonomi è un provvedimento che per primo si occupa del lavoro autonomo nella sua specificità. Per questo, lo giudichiamo positivamente. Poiché i nostri studi attestano una diminuzione media del 25% dei redditi professionali, accogliamo con grande favore tutte quelle misure che consentono la deducibilità dei costi, quali ad esempio quelli per formazione continua e certificazione delle competenze”. Lo ha affermato Armando Zambrano, coordinatore della Rete delle professioni tecniche e presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri, in occasione dell'audizione in commissione Lavoro del Senato sul provvedimento sul lavoro autonomo. “Detto questo - ha aggiunto Zambrano - si può fare molto di più. Ad esempio, introdurre parametri economici di solo riferimento per l'indicazione dei costi delle prestazioni professionali, come già previsto nell'ambito della vigente disciplina dei contratti pubblici". "L'assenza di riferimenti normativi che consentano di stabilire con sufficiente chiarezza il livello delle prestazioni professionali in linea con standard qualitativi predeterminati, oltre a provocare un evidente disorientamento nella committenza, incide in modo significativo sulla stessa corretta applicazione di importanti discipline legislative, come quelle in ambito energetico”, ha avvertito. Tra le ulteriori direzioni di intervento indicate alla commissione dalla Rete, c'è quella dei fondi europei. Si chiede, ad esempio, di far rientrare le attività svolte da Ordini e Collegi in materia di formazione continua tra le attività finanziabili col Fondo sociale europeo. Inoltre, si chiede un intervento delle Regioni per rendere effettivo l'accesso ai fondi europei, attraverso lo studio di misure ad hoc per i professionisti, in assenza delle quali il loro accesso a queste risorse resterebbe solo sulla carta. Un aspetto importante del Jobs Act degli autonomi è la tutela del professionista rispetto al committente privato, giudicata positivamente. La Rete, tuttavia, lamenta il fatto che nel testo del provvedimento nulla si dica a proposito di tutela nei confronti della committenza pubblica, con particolare riferimento alla criticità rappresentata dai ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione. In tema di previdenza, i professionisti tecnici hanno chiesto di rendere possibile il versamento dei contributi integrativi presso le casse di previdenza professionali e di consentire alle professioni ordinistiche sprovviste di aderire alle casse di previdenza esistenti. La Rpt ha chiesto, infine, una seria azione di rilancio delle società tra professionisti, con particolare riferimento alla possibilità di scegliere il regime fiscale da adottare, dal momento che non tutti i professionisti che decidono di associarsi sono uguali e caratterizzati da identiche problematiche. “Le nostre proposte - ha concluso Zambrano - sono state condivise nel metodo e nel merito dalla commissione. Il presidente, Maurizio Sacconi, che ringrazio per la sensibilità dimostrata, ci ha chiesto di formulare compiutamente ulteriori proposte emendative e integrative del testo in discussione, che invieremo nei prossimi giorni”.