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Ambrogioni (Cida): "Manager sono classe dirigente responsabile"

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Roma, 29 apr. (Labitalia) - "Da tempo nel Paese si è aperto un ampio dibattito sulla esistenza o meno di una classe dirigente responsabile, competente, etica, attenta all'interesse generale, capace di esprimere una visione e un'idea di società. Oggi noi siamo qui per ribadire e dimostrare che, per quanto ci riguarda, questa classe dirigente c'è, avverte fino in fondo le proprie responsabilità professionali e sociali, accetta le sfide competitive che l'economia globalizzata pone e cerca di declinarle con una visione orientata al bene comune e alla giustizia sociale". Così Giorgio Ambrogioni, presidente della Cida, organizzazione che rappresenta la dirigenza e le alte professionalità di tutti i settori pubblici e privati, ha aperto a Roma i lavori della tavola rotonda 'Costruiamo insieme il nostro futuro', organizzata in occasione dell'assemblea della Confederazione. "Nel settore privato tutte le più recenti indagini dimostrano come le imprese familiari a presenza manageriale (il cosiddetto quarto capitalismo), nonostante la lunga crisi, siano cresciute e internazionalizzate, abbiano fatto registrare valori positivi in tutti gli indicatori economici e finanziari, ma siano anche le più attente alla gestione e valorizzazione del capitale umano, si pongano il problema di affermare una moderna e partecipativa cultura d'impresa, sperimentano forme avanzate di relazioni industriali e di welfare aziendale", ha aggiunto Ambrogioni. Presenti alla tavola rotonda Linda Lanzillotta, vicepresidente del Senato, Giampaolo Galli, della commissione Lavoro Camera dei deputati, e Giuseppe Roma, sociologo, con la relazione finale di Marcella Mallen, presidente Prioritalia. "Per quanto riguarda il comparto pubblico, al di là dei luoghi comuni e delle generalizzazioni, va riconosciuto e dato atto -ha spiegato poi Ambrogioni- come la dirigenza che rappresentiamo non solo non si sia mai arroccata a difesa dello status quo ma, anzi, si sia sempre impegnata per affermare e dimostrare come l'efficienza ed efficacia delle amministrazioni pubbliche influenzino in modo determinante la competitività del nostro sistema produttivo, la capacità di attrarre capitali esteri e, non da ultimo, la qualità della vita di tutti noi". Tuttavia, ha rimarcato il presidente della Cida, "la dirigenza pubblica, in alcuni suoi comparti, manca di un soggetto sostanzialmente unitario di rappresentanza, c'è troppa parcellizzazione". "Un limite da colmare quanto prima -ha avvertito Ambrogioni- chiamando tutti a scelte riflessive, lungimiranti e responsabili". Per questo, Cida assieme alle sue Federazioni cerca di promuovere la "presenza manageriale giocata sui valori e sulle competenze professionali", da una parte e dall'altra lavora, ha spiegato Ambrogioni, "per una dirigenza pubblica di cui si rispetti l'autonomia rispetto alla politica, di cui venga valorizzato il ruolo, la responsabilità e il merito attraverso sistemi di selezione e di remunerazione oggettivi e trasparenti". "Ma siamo anche convinti che il tutto debba essere accompagnato da una decisione strutturale su cosa il pubblico debba o non debba fare", ha concluso.

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