Migliorano competenze digitali ma 3 imprese su 4 non trovano 'qualificati'
Milano, 15 dic. (Labitalia) - Gli studenti universitari italiani migliorano la loro conoscenza delle nuove tecnologie, ma nel complesso rimane ancora un gap di competenze digitali da colmare. Tanto che tre imprese su quattro non trovano laureati qualificati. In media, soltanto il 30% conosce la definizione corretta di strumenti dell'innovazione digitale applicati al business come 'mobile advertising', 'cloud', 'fatturazione elettronica' o 'big data' (erano il 25% due anni fa), mentre ben il 60% non ha mai sentito nominare alcune delle principali aree dell'innovazione digitale, come blockchain, Internet of Things o Industria 4.0. Sono alcuni dei risultati della ricerca 'Il futuro è oggi: sei pronto?' sulle capacità digitali e la sensibilità imprenditoriale degli studenti universitari italiani, condotta da University2Business, società del Gruppo Digital360, in collaborazione con Enel Foundation. La ricerca, presentata questa mattina a Milano, ha coinvolto un campione di 2.161 studenti statisticamente significativo dell'intera popolazione degli universitari italiani, per approfondirne la preparazione sull'innovazione digitale e sull'imprenditorialità. Ha analizzato l'offerta formativa sul tema delle principali università̀ italiane, ha indagato il punto di vista di 251 Hr manager delle principali imprese del Paese su competenze digitali e mindset imprenditoriale dei talenti del futuro. Passando dalla teoria alla pratica, il divario diventa più evidente: solo un universitario su cinque (il 21,5%, contro il 18,6% del 2015), mediamente, ha un'esperienza concreta nella gestione di progetti digitali: un buon 38% ha già venduto online, il 26,9% gestisce una pagina Facebook, appena l'11,4% ha un canale YouTube e il 9,8% un proprio sito o blog. È in deciso miglioramento la competenza nello sviluppo software, la cui importanza è compresa ormai da 4 studenti su 10 con un'incidenza trasversale tra le facoltà: il 16% sa già sviluppare (contro il 10% di due anni fa) e il 29% sta imparando (il 20% nel 2015). Fra gli universitari inizia a manifestarsi un'attitudine al fare impresa: il 27% ha avuto almeno un'idea di business, anche se poi non sa cosa fare concretamente per avviarla. Tuttavia, la maggior parte dei giovani che frequentano gli atenei tende ad avere un'idea ancora conservativa dell'impatto delle tecnologie digitali nel mondo del lavoro: solo il 19% crede che il digitale favorisca lo sviluppo di modelli di business innovativi e discontinui rispetto al passato. Sono complessivamente 2.140 gli insegnamenti delle università italiane con contenuti formativi su temi digitali e imprenditoriali: i corsi 'digitali' sono particolarmente diffusi nelle facoltà̀ informatiche e scarsi in quelle scientifiche, i corsi 'imprenditoriali' sono ben presenti nelle facoltà̀ economiche ma rari in quelle scientifiche e informatiche. Le lacune digitali degli studenti rischiano di ritardarne l'ingresso nel mondo del lavoro. Oltre due imprese su tre considerano le competenze imprenditoriali e digitali requisiti molto importanti per assumere, ma ben il 76% fatica a trovare laureati digitalmente preparati. Allo stesso tempo, però, sono ancora le poche le imprese che investono nello sviluppo di competenze digitali (38%) e imprenditoriali (28%) dei propri dipendenti. “Il gap di competenze digitali degli studenti universitari - commenta Andrea Rangone, Ceo di Digital360 - si sta riducendo: negli ultimi due anni, è raddoppiata la percentuale di coloro che hanno sviluppato progetti digitali concreti e possiedono un'elevata conoscenza teorica, passata dal 6% al 12%, è calata sensibilmente la quota di coloro senza competenze teoriche e concrete, passata dal 67% al 54%. Ma non è sufficiente: una fetta ancora troppo grande degli universitari è ancora inconsapevole di quanto il digitale stia trasformando la cultura aziendale, i processi e i modelli di business, con una scarsa conoscenza teorica e un'ancora più lacunosa competenza pratica. Gli atenei stanno aggiornando la loro offerta formativa, ma anche le imprese, che scontano difficoltà nel reclutamento di profili adeguati, devono fare la loro parte, aumentando gli investimenti in piani di formazione che mettano al centro competenze digitali e imprenditoriali”, avverte.