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A Spoleto il 'Premio Carla Fendi' a Higgs, Englert e Gianotti

AdnKronos
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Spoleto, 13 lug. (Labitalia) - Torna, domenica 15 luglio, il 'Premio Carla Fendi', quest'anno alla sua settima edizione, con cui si concludono gli eventi che la Fondazione Carla Fendi, Main partner del Festival dei 2 Mondi, ha organizzato a Spoleto. Alle 12, presso il Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi, Maria Teresa Venturini Fendi consegnerà il premio, consistente in un contributo economico di 90.000 euro complessivi da devolvere a scopi didattici, a tre grandi nomi del mondo scientifico: Peter Higgs, François Englert, Premi Nobel per la Fisica 2013 per la teorizzazione del bosone di Higgs, e Fabiola Gianotti, attuale direttore del Cern. Nella motivazione del premio viene sottolineato il grande contributo dato da Higgs e Englert “per la scoperta di un meccanismo che genera massa per le particelle elementari” e, per la direttrice del Cern, il suo importante ruolo e il “suo contributo alla fisica sperimentale delle particelle”. La Fondazione Carla Fendi, istituita per dare sostegno alla cultura oggi, sotto la guida di Maria Teresa Venturini Fendi, ha intrapreso un nuovo percorso incentrato sulla scienza e sulla filantropia. "Nella società attuale, con una forza centrifuga che riduce in pochi istanti ogni stabilità, l'obiettivo è quello di lavorare sul lungo periodo, sostenendo progetti e collaborazioni internazionali che verranno selezionati con l'avallo di esperti dei due campi", dichiara la presidente Maria Teresa Venturini Fendi. Fino a domenica 15 luglio, inoltre, si potrà visitare gratuitamente la mostra 'Il mistero dell'origine. Miti, trasfigurazioni e scienza': due installazioni che intendono esplorare l'anelito dell'uomo tra razionalità e spiritualità. La prima installazione, 'Miti, trasfigurazioni' (Armeria Lucrezia Borgia ex Museo Civico), curata da Quirino Conti con la consulenza scientifica di Marco Galli, della 'Sapienza' Università di Roma, e di Laura Giuliano, del Museo delle Civiltà di Roma, si propone di mettere in dialogo Oriente e Occidente, due mondi che si sono incontrati più di duemila anni fa, con l'esposizione di 23 opere: una serie di sculture e alcuni rilievi, di cui 14 scisti orientali (II-IV sec. d.C) provenienti dalla regione del Gandhāra insieme a 9 marmi classici occidentali (II sec. d.C.) di epoca greco-romana. Un racconto sul bisogno di ricerca dell'Assoluto da parte dell'uomo che si concretizza nei preziosi Buddha e Bodhisattva in meditazione e nelle creature mitiche o mitizzate greco-romane. "Di quel multiforme cosmo interiore, variamente interpretato dalle filosofie delle singole civiltà, ci giunge un'eco - spiega Quirino Conti - nelle opere di artisti classici e indiani, che così ci rivelano mondi diversissimi e al tempo stesso affini, il cui incontro nelle terre dell'antico Gandhāra ha generato un moderno senza fine. In quel luogo tra Occidente e Oriente, ove il volto di Apollo si è impresso su quello di Gautama Buddha, il pensiero greco ha dialogato con la dimensione estatica che affiora dagli scisti buddisti: tra logos e nirvāṇa, tra pensiero dialettico ed esperienza meditativa". L'installazione virtuale e immersiva 'La scienza' (Chiesa della Manna d'Oro), curata da Lucas-Federica Grigoletto, prodotta dalla Fondazione in collaborazione con Infn-Istituto nazionale di fisica nucleare e Cern-Centro europeo di ricerca nucleare, è un viaggio nel tempo e nello spazio che, partendo dall'esplosione del Big Bang e arrivando fino ai laboratori del Cern, vuole far scoprire al pubblico i primi momenti di vita dell'Universo, la formazione dei buchi neri, le onde gravitazionali e la nascita della materia primordiale.

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