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GfVip, Kabir Bedi in lacrime in dirtta: "Perché mio figlio si è suicidato, ho fallito"

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"Mio figlio si è suicidato". Kabir Bedi, da poche settimane entrato al Grande Fratello Vip, sconvolge la casa di Cinecittà e i telespettatori del reality condotto da Alfonso Signorini su Canale 5. L'attore indiano, storico interprete di Sandokan, piange in diretta e non nasconde il dolore impossibile da superare per la sorte del figlio Siddarth. "Ho provato a prevenirlo ma ho fallito", spiega tra le lacrime e i singhiozzi.

Raccontando la sua storia, Bedi ha svelato il dramma della schizofrenia del figlio: "Era molto sensibile, era un genio di 25 anni perché aveva una grande capacità mentale. Sentiva di non avere più significato, per lui la vita non significava nulla, non sentiva più il sapore del cibo e in un momento di lucidità mi aveva detto che voleva togliersi la vita. Ho provato a prevenirlo ma ho fallito. Per un genitore perdere un figlio quando ha tutte le possibilità nel mondo non posso dirvi quanto mi tocca".

 

 

Siddarth ha lasciato un biglietto d'addio ai genitori: "Non sentitevi in colpa è il mio modo di riprendere il controllo", ha scritto a madre e padre. "Il grande problema della schizofrenia - ha sottolineato ancora l'attore, nel silenzio commosso dello studio - è che è difficile. Giovani di 25 anni, normalmente uomini, normalmente intelligenti, improvvisamente scattano e perdono la lucidità. Quando perdono questa lucidità, non accettano che loro hanno un problema e diventa un problema ben più grande. Al tempo non c'erano le medicine che ci sono oggi, in quel tempo non funzionavano le medicine per lui. Ora c'è speranza, voglio dare speranza".

 

 

Una speranza che è anche spirituale. E Bedi, per dare forma a questo pensiero, ha raccontato un aneddoto risalente al 1979; "Ero in un hotel a Gerusalemme, stavo girando un film Ashanti , ero nella mia stanza, dormivo e sognavo di camminare in posto che aveva un cielo rosso, la terra era viola. Improvvisamente mi sono svegliato e ho visto due forme sopra me come fazzoletti trasparenti che ballavano su di me. Io non avevo paura ho chiesto loro se era tutto ok, loro hanno continuato a danzare in un'altra stanza, sono spariti dietro le tende, io aperto queste tende e ho visto Gerusalemme come forse l'ha vista Gesù. Non c'era modernità, la nebbia l'aveva coperta, sopra la nebbia si vedevano solo le cupole. Erano le 5 del mattino e queste forme mi hanno portato lì per farmi vedere questa città con una grande forza spirituale. Sono convinto che esiste un mondo in cui i nostri spiriti possano andare, non sono sicuro che restino così o si reincarnino. Mio figlio è sempre dentro il mio cuore, lo ricordo ogni giorno".

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