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Tremonti: controlli eccessivi sulle imprese, basta oppressione fiscale

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Economia

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Roma, 20 apr. (Adnkronos/Ign) - Le imprese sono sottoposte a ''un'oppressione fiscale che dobbiamo interrompere''. Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, nel corso di un'audizione in commissione Finanze alla Camera. Secondo il ministro le imprese sono sottoposte a controlli "eccessivi e assolutamente incredibili", che hanno un costo ''costituito dal tempo perso'' e che possono portare a ''occasioni di corruzione''. Tremonti propone una ''concentrazione'' dei controlli a cui sono sottoposte le imprese da parte dei diversi ispettori attraverso ''un criterio equilibrato''. ''In molti settori - ha affermato - potremmo immaginare un qualche tipo di concentrazione, che salvi le esigenze erariali e che tuttavia riduca il continuo meccanismo di frequentazione delle imprese, per cui va via uno e dopo una settimana arrivano i vigili, e poi seguono gli ispettori''. ''Se riusciamo a trovare un equilibrio tra l'esigenza del controllo e l'attività delle imprese credo che faremmo un servizio all'economia del paese'', ha sottolineato il ministro. ''Ci vuole un criterio equilibrato'' che potrebbe essere ''un coordinamento dall'alto o il diritto dal basso di dire 'non mi rompere più di tanto'''. Quanto al Piano nazionale per le riforme ''contiene ipotesi che saranno presto oggetto di un decreto legge che saranno relative a opere pubbliche, edilizia abitativa, turismo e ricerche scientifica''. La norma contenuta nel decreto legge anti-scalata ''è generale, non particolare'', ha poi aggiunto Tremonti, escludendo di fatto un legame diretto con l'operazione Lactalis su Parmalat. Ed ''è una norma che penso debba essere introdotta a regime''. Nel corso dell'audizione sul decreto legge con misure urgenti per garantire l'ordinato svolgimento delle assemblee societarie annuali, il ministro ricorda che la norma introdotta un mese fa ''è replica di una norma del milleproroghe dello scorso anno e introduce un elemento di flessibilità sulle date della vita degli atti delle società''. ''E' una norma a portata generale, non occasionale'', ha ribadito. ''La migliore difesa è l'attacco - ha proseguito il ministro - il problema che ha questo Paese non è tanto quello di difendere quanto quello di sviluppare''. ''Il problema - ha rimarcato - è capire bene il contesto in cui siamo''.

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