Parmalat: Divella, valuteremmo cordata entro limiti nostre capacita' partecipative (2)
Finanza
(Adnkronos) - Divella tuttavia si domanda: "dove era lo Stato negli ultimi 20 anni, quando sono stati venduti il 70% dei marchi italiani del settore? Dell'elenco fanno parte -cita ad esempio Divella- Findus, Star, Buitoni, Galbani, Invernizzi, Motta, Bertolli. Sono i misteri della politica italiana. Buona parte di queste aziende facevano parte della Sme, un altro carrozzone al quale spero non assomigli cio' che si va costituendo, perche' quando il Governo ha messo sul mercato i marchi, nessun italiano si e' fatto avanti per acquistarli". "In Italia, del resto, non ci sono multinazionali, ad eccezione di Barilla o Ferrero. Soltanto nano, medio, medio-grandi imprese che non sono in grado di partecipare a un investimento di 3-3,5mld di euro (tanto varrebbe l'eventuale Opa su Parmalat)" fa notare Divella che rileva: "fino ad ora si e' detto 'piccolo e' bello', ma cosi' non puo' andare avanti. Anche noi ci troviamo a competere con relta' come Unilever, Nestle'. Servono leggi che incentivino le imprese medie e medio-grandi ad aggregarsi. Nel mio settore, quello della pasta, se non si arriva a fatturare 500 mln di euro non si va da nessuna parte e noi ne fatturiamo 250 di milioni". Insomma, il problema piu' rilevante dell'industria italiana e' che ancora si caratterizza per essere composta di tante "proprieta' di famiglia. Dunque a volte, piuttosto che discutere o imbarcarsi in avventure legali nei vari passaggi generazionali, si preferisce vendere". L'auspicio e' che "ci sia qualcuno che nel settore del latte possa scendere in campo, visto che si sta costituendo una nuova Iri, perche' e' di questo che si tratta, la quale almeno dia al mondo produttivo la forza di competere". Ma, avverte Divella, "non costruendo qualcosa per poi dire 'e' in passivo e allora vendo'". Per Divella, dunque, se la Cdp, "che ha sempre avuto fino ad oggi altri scopi, deve scendere in campo" e se, in sostanza, "il destino e' una nuova Iri", allora ci sia l'impegno affinche' l'industria resti italiana.