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1 maggio: Terzi, pronto a consentire apertura negozi a Milano

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Economia

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Milano, 23 apr. (Adnkronos) - ''Sono pronto a firmare la deroga per l'apertura degli esercizi pubblici per il prossimo primo maggio''. Lo dichiara Giovanni Terzi, assessore alle Attivita' Produttive, Politiche del lavoro e dell'occupazione del Comune di Milano e capolista della lista civica Milano al centro. ''La mia - continua Terzi - vuole essere una decisione che consente la liberta' ad ognuno di scegliere se aprire o meno il proprio pubblico esercizio. Faccio mie le parole del vicepresidente vicario di Fipe Confcommercio Aldo Cursano che ha indicato la necessita' di dare risposte concrete in questo periodo di difficile congiuntura economica". "Lo ringrazio - continua Terzi - per le parole di ricordo del significato della parola lavoro: un valore e un obiettivo da raggiungere. Lo ringrazio in particolare perche' egli considera puerile attaccare gli amministratori attenti all'emergenza lavoro. Vale per Milano come per le altre citta' italiane che intendono perseguire questa linea politica basata su un autentico riformismo al di la' delle bandiere e dei colori politici. La Cgil ancora una volta ha perso l'occasione, il treno per dimostrare di essere una forza autenticamente riformista e vicina alle reali esigenze del mondo del lavoro". "Milano - prosegue Terzi - e' una delle capitali turistiche italiane e non e' accettabile che i turisti trovino tutto chiuso in questa giornata di festa. Questa esigenza si rende ancora piu' forte tenuto conto della proiezione in diretta in Piazza Duomo della beatificazione di papa Giovanni Paolo II, della manifestazione NavigaMi che raduna diversi appassionati del settore, delle tante richieste provenienti dalle diverse associazioni di settore, dagli artigiani e dalla piccola, media e grande distribuzione senza dimenticare la stessa manifestazione del 1° maggio. In un periodo cosi' difficile per la nostra economia non e' pensabile ed accettabile mettere in un angolo la giusta e sacrosanta liberta' di aprire (o tenere chiuso) il proprio esercizio a fronte di uno stantio, e un po' ammuffito, richiamo ideologico superato dalla realta'".

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