Roma: gestore Hydromania, tribunale da' ragione a parco acquatico
Cronaca
Roma, 27 apr. - (Adnkronos) - "La sentenza del giudice Nicola Archidiacono della seconda sezione del Tribunale Civile di Roma ha riconosciuto le ragioni di Hydromana, il parco acquatico della Capitale vittima di un'annosa questione che da piu' di dieci anni si dibatte tra il Tribunale Civile e il Tar del Lazio e che poneva immotivatamente la struttura, che da lavoro a piu' di 160 dipendenti, al rischio di chiusura. La vicenda e' giunta in tribunale perche' il Consorzio Giardini del Pescaccio sosteneva di aver ceduto in donazione nel 1994 una striscia di terra che attraversa il parco acquatico al Comune di Roma, che da qualche anno, insieme allo stesso Consorzio, ne rivendicava la proprieta'". Cosi' in una nota la societa' che gestisce Hydromania. Arim srl, la societa' che oggi gestisce Hydromania, si e' sempre difesa sostenendo il giusto titolo alla proprieta' della striscia di terra oggetto del contenzioso, acquisita direttamente dal Tribunale Fallimentare di Roma gia' nel 2001 insieme all'intera struttura. ''In questi dieci anni - ha dichiarato Stefano Carassai, amministratore delegato di Hydromania - abbiamo sempre sostenuto con forza le motivazioni della nostra difesa, cecando di salvaguardare l'azienda e i nostri dipendenti. Oggi grazie a questa prima sentenza andiamo avanti con piu' serenita' e sempre piu' convinti di aver operato con la massima correttezza.'' Il Tribunale Civile ha dunque respinto le richieste del Consorzio e del Comune di Roma con una duplice motivazione. Il dispositivo della sentenza "evidenzia infatti come la donazione del 1994 non possa essere ritenuta valida perche' non perfezionatasi con l'accettazione del Comune secondo le forme che la legge impone e ancor di piu' perche' sulla particella catastale al momento della donazione, gia' dal 1992, gravava un vincolo ipotecario a favore di Banca di Roma, cui poi ha fatto seguito il procedimento fallimentare che nel 2001 ha portato all'acquisizione del Parco da parte di Arim Srl, il cui titolo di proprieta' viene oggi pienamente riconosciuto. Attualmente, il procedimento avviato presso il Tar del Lazio gode di una sospensiva, dunque la questione non puo' dirsi definitivamente chiusa, ma questa sentenza lascia ben sperare Arim e soprattutto i suoi 160 dipendenti".