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Chiesa: mons. Betori, una cultura senza Dio si impoverisce

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Cronaca

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Firenze, 7 feb. - (Adnkronos) - ''Quando una cultura tenta, come sta avvenendo oggi, di sopprimere la dimensione del mistero di Dio e di togliere dal proprio orizzonte cio' che trascende quanto le scienze possono rilevare, inevitabilmente si impoverisce, favorendo letture riduzionistiche e totalitaristiche della persona umana e della natura della societa'. Come il cristianesimo ha dato un contributo fondamentale a plasmare l'identita' europea e, quindi, la sua cultura, cosi' il nuovo umanesimo, se vuole servire l'uomo e la sua dignita' e trovare il suo giusto orizzonte, non puo' fare a meno dell'apporto essenziale del cristianesimo''. Lo ha affermato monsignor Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, intervenendo ad un incontro organizzato dall'Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro dal titolo "La citta' plurale. Le sfide per un nuovo umanesimo". Al convegno sono intervenuti il filosofo Massimo Cacciari e il teologo Piero Coda. Il 'nuovo umanesimo', ha sostenuto monsignor Betori, che la prossima settimana diventera' cardinale durante il Concistoro, ''rappresenta una sfida per la Chiesa stessa e apre tutta una serie di questioni sulle quali in questa sede non intendo soffermarmi, a partire dall'urgenza di una nuova evangelizzazione, anche come questione ecclesiologica, come capacita' o meno della Chiesa di configurarsi come reale comunita', come vera fraternita', come corpo e non come macchina o azienda''. ''La dimensione sociale della fede - ha aggiunto - chiama in causa anche la natura pubblica della testimonianza cristiana, consapevoli che quello pubblico e' spazio di condivisione e del confronto che ha come base non la fede ma la ragione, chiamata - come piu' volte ha invitato a fare Benedetto XVI- ad allargare gli spazi della propria razionalita', riaprendola alle grandi questioni del vero e del bene''.

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