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Siria, bombe su Homs: almeno 64 morti Obama: "Il regime ha i giorni contati"

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Esteri

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Bruxelles, 2 mar. - (Adnkronos/Ign) - Contro il regime del presidente siriano Bashar al Assad l'Ue preparera' "ulteriori sanzioni". E' quanto hanno deciso i capi di Stato e di governo dei 27, secondo quanto si legge nella bozza delle conclusioni del summit. Nel ribadire la "grande preoccupazione" per la situazione in Siria, il Consiglio europeo "conferma il suo impegno per accrescere ulteriormente la pressione sul regime siriano fino quando continueranno la violenza e gli abusi sui diritti umani, e invita il Consiglio a preparare ulteriori misure restrittive mirate contro il regime". I leader dei 27 riuniti a Bruxelles ribadiscono poi l'invito ad Assad "a farsi da parte per lasciare spazio alla transizione pacifica per il bene del Paese" e sottolineano "l'importanza di un accesso pieno e totale alle agenzie umanitarie indipendenti in modo da poter fornire l'assistenza a chi ne ha bisogno, secondo i principi umanitari". "Una volta di piu', il Consiglio europeo chiede a tutti i membri del Consiglio di sicurezza dell'Onu, in particolare a Russia e Cina, di lavorare insieme nello sforzo per fermare la violenza", si legge nella bozza, nella quale viene ribadito il sostegno dell'Ue all'opposizione siriana e viene riconosciuto il Consiglio nazionale siriano come "legittimo rappresentante dei siriani". I leader ribadiscono "la responsabilita' delle autorita' siriane per la sicurezza degli stranieri in Siria, inclusi i giornalisti, in particolare attraverso la facilitazione dell'evacuazione di quanti ne hanno necessita'". Sulla questione è intervenuto anche il presidente del Consiglio Mario Monti, al termine del vertice europeo. "I responsabili delle violenze contro i cittadini siriani che dimostrano pacificamente saranno chiamati a risponderne" ha avvertito il premier italiano. Monti ha poi ribadito che l'Ue sostiene "il Consiglio nazionale siriano, incoraggiando al contempo tutte le componenti dell'opposizione a unirsi in uno sforzo comune e pacifico per dare vita ad una nuova Siria". Una dura condanna del regime di Damasco arriva anche dal premier britannico David Cameron, secondo cui per l'"atroce" regime di Bashar al Assad arrivera' "il giorno della resa dei conti". Per Cameron "quello che importa e' costruire le prove in modo che il regime criminale venga ritenuto responsabile per i crimini commessi contro il suo popolo". E dopo Londra, anche la Francia ha deciso di chiudere la sua ambasciata in Siria. Ad annunciarlo è stato il presidente francese Nicolas Sarkozy al termine del vertice europeo. Il ministro degli Esteri "Alain Juppe' ed io abbiamo deciso di chiudere la nostra ambasciata" a Damasco, ha detto Sarkozy, escludendo al contempo l'ipotesi di un'operazione militare contro la Siria. "Quello che sta succedendo e' uno scandalo - ha denunciato Sarkozy, parlando con i giornalisti a Bruxelles - Ci sono piu' di ottomila morti, tra cui centinaia di bambini, e la citta' di Homs che minaccia di essere cancellata dalla carta geografica, e' assolutamente inaccettabile". Sulla stessa linea il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy che parlando a nome dei 27 ha assicurato che "i responsabili delle "atrocita'" commesse in Siria contro la popolazione saranno chiamati a rispondere dei loro atti. L'Ue, ha sottolineato, "lavorera'" per mettere insieme le prove necessarie a dimostrare "i crimini spaventosi" commessi in Siria. Anche gli Usa premono per una soluzione. Il presidente americano Barack Obama in un'intervista all'Atlantic Monthly, ha detto che Bashar Assad "ha i giorni contati" aggiungendo che ora "non e' questione del se ma del quando". "Come possiamo accelerare tutto questo?", si e' chiesto il capo della Casa Bianca. "Stiamo lavorando con la comunita' internazionale per cercare di farlo -ha spiegato- tutto cio' e' complicato dal fatto che la Siria e' un Paese piu' grande, piu' sofisticato e piu' complicato della Libia, l'opposzione e' ampiamente divisa e, malgrado vi sia su questo punto l'unanimita' nel mondo arabo, sul piano internazionale paesi come la Russia continuano a bloccare un potenziale mandato o azione dell'Onu". Sul campo nel frattempo si continua a combattere. E' di almeno 52 morti il bilancio delle violenze di oggi in tutta la Siria, secondo quanto riferiscono gli attivisti dei Comitati di coordinamento locale. La gran parte delle vittime si concentra anche oggi nella citta' 'ribelle' di Homs, che da un mese e' ininterrottamente sotto il fuoco delle forze fedeli al regime di Bashar al-Assad. Un razzo è danuto tra i manifestanti che stavano protestando contro il regime siriano a Rastan, nella provincia di Homs, provocando la morte di 12 persone, tra cui cinque bambini. Dopo settimane di assedio, il convoglio del Comitato internazionale della Croce Rossa, partito questa mattina da Damasco, e' arrivato a Homs. Secondo quanto riferisce la tv satellitare 'al-Arabiya', i sette camion carichi di aiuti che fanno parte del convoglio dovrebbero entrare nel quartiere di Bab Amro. Proprio nel quartiere 'ribelle' di Homs, le autorita' siriane affermano di aver ritrovato i corpi della giornalista americana Marie Colvin e del fotoreporter francese Remi Ochlik. Le fonti ufficiali parlano anche del ritrovamento del corpo del giornalista spagnolo Javier Espinosa, ma la notizia e' stata smentita dallo stesso reporter, che e' riuscito a trovare riparo in Libano. I cadaveri dei giornalisti occidentali saranno trasferiti all'ospedale di Damasco per gli accertamenti dei medici legali e per il confronto del Dna, prima di essere consegnati all'ambasciata polacca - in rappresentanza di quelle di appartenenza - in presenza di rappresentati della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa. "La Siria porge le sue condoglianze alle famiglia dei tre giornalisti - ha detto la fonte - ma ribadisce il suo auspicio che gli stranieri evitino di entrare in territorio siriano in modo illegale e di andare in posti in cui sono presenti gruppi terroristi armati". La Colvin e Ochlik sono morti a Homs il 22 febbraio scorso in un bombardamento a cui Javier e' sopravvissuto. Ieri il quotidiano El Mundo, per il quale Espinosa lavora come inviato, ha annunciato l'arrivo in Libano del giornalista, che oggi su Twitter ha attribuito l'errore della Sana al ritrovamento del suo computer e di altri oggetti personali che ha abbandonato a Homs. "Quella che ho visto a Homs e' una vera e propria strage" riferisce il giornalista spagnolo intervistato dalla tv araba 'al-Jazeera' a Beirut, dove e' riuscito a scappare. "La gente sta morendo negli ospedali di Homs - spiega - dove ci sono medici che stanno improvvisando le cure perche' hanno finito tutte le medicine". Il cronista di 'El-Mundo' conclude sostenendo che "negli ultimi giorni a Homs era finito qualsiasi genere alimentare perche' la citta' era sotto un vero e proprio assedio". Si conclusa anche l'odissea della giornalista di 'Le Figaro' Edith Bouvier e del fotoreporter William Daniels: sono sotto osservazione nel centro ospedaliero de l'Hotel-Dieu de France di Beirut. Un aereo sanitario francese raggiungera' oggi la capitale libanese per rimpatriarli entro la giornata. I due giornalisti sono riusciti finalmente a lasciare il territorio siriano, tre giorni dopo aver lasciato Homs grazie ad un'operazione ad alto rischio messa in piedi da decine di coraggiosi volontari siriani, si legge sul sito del quotidiano. Nel tardo pomeriggio di ieri i due hanno raggiunto la frontiera libanese e quindi hanno raggiunto Beirut attraverso le strade innevate delle montagne libanesi. Edith Bouvier, ferita alla gamba, ha potuto finalmente parlare con i suoi a fine giornata per rassicurarli dopo otto giorni di angoscia.

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