Parmalat: Cassazione, Tanzi non ha preso atto dei danni fatti
Cronaca
Roma, 6 mar. - (Adnkronos) - Calisto Tanzi deve rimanere in carcere perche' da parte sua non c'e' stata una "significativa presa di coscienza del disvalore dei comportamenti criminosi da lui tenuti". La prima sezione penale della Cassazione, facendo proprie le motivazioni del Tribunale di sorveglianza di Bologna del giugno 2011, spiega in questi termini il perche' lo scorso 8 febbraio ha detto no alla richiesta presentata dalla difesa dell'ex patron della Parmalat di sostituire la detenzione in carcere con gli arresti domiciliari. In particolare, la suprema Corte ha sottolineato come appaia "pienamente condivisibile" la valutazione del Tribunale di sorveglianza di Bologna che, ponendo l'accento sul carattere rieducativo che deve avere una pena, ha evidenziato come Tanzi "continuasse ad addebitare alle banche la gran parte della responsabilita' dei reati fino ad oggi accertati nei suoi confronti". Inoltre, la suprema Corte fa notare che "il comportamento tenuto da Tanzi fosse ben lungi dall'essere improntato, nei fatti, ad una piena e leale collaborazione con gli organi inquirenti onde ridimensionare, almeno in minima parte, i gravi danni patrimoniali da lui arrecati alla enorme platea dei risparmiatori danneggiati dalla fiducia riposta nella sua persona e nelle sue aziende, continuando a nascondere agli organi inquirenti le proprie effettive disponibilita' economiche che potrebbero utilmente essere utilizzate a tal fine". (segue)