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Caso Urru: ong mauritana, fu polizia a dare notizia liberazione

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Esteri

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Nouakchott, 7 mar. - (Adnkronos/Aki) - "E' stata colpa delle autorita' mauritane e in particolare della polizia locale se e' stata diffusa la notizia della liberazione" dell'italiana Rossella Urru e del poliziotto rapito da al-Qaeda in Mauritania, Ould al-Mukhtar. Cosi' Aziz Ould Sufi, coordinatore dell'associazione mauritana 'Siamo tutti Ould al-Mukhtar', nata a dicembre su sua iniziativa per sensibilizzare l'opinione pubblica sul caso del poliziotto, spiega ad AKI - ADNKRONOS INTERNATIONAL per quale motivo e' stata diffusa la notizia, poi risultata falsa, della liberazione dei due ostaggi. "Venerdi' sera la polizia ha chiamato la sorella dell'agente rapito annunciando la sua liberazione e sostenendo che era stato rilasciato insieme all'ostaggio italiano - afferma Sufi - Sono state quindi le autorita' a diffondere questa notizia, noi crediamo per ragioni politiche. In questi giorni infatti il parlamento sta votando a Nouakchott la riforma costituzionale e si registrano manifestazioni di piazza contro il governo che si rifanno alla 'Primavera Araba'. Le autorita' hanno quindi interesse a sviare l'attenzione dell'opinione pubblica locale su altri temi". Secondo Sufi, che ieri ha diffuso un comunicato per chiedere di fare "ogni sforzo al fine di liberare Ould al-Mukhtar", la telefonata fatta ieri dal poliziotto rapito alla madre Fatima, la seconda da quando e' nelle mani di al-Qaeda, e' stata "alquanto strana". L'agente in mano ai terroristi avrebbe "non solo smentito la sua liberazione, sostenendo di essere ancora nelle mani di al-Qaeda, ma anche negato che siano in corso delle trattative - dichiara Sufi - Noi pensiamo l'abbia fatto per chiedere alla famiglia e a noi attivisti di fare pressioni ulteriori sul governo in modo che ceda nella trattativa con i terroristi". Sufi ritiene quindi che "i due ostaggi stiano insieme in Mali e che ancora tutto puo' accadere".

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