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Mafia: Borsellino ucciso perche' ostacolo a trattativa/Il Punto

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Cronaca

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Caltanissetta, 8 mar. - (Adnkronos) - (dall'inviato Elvira Terranova) - Oltre trecento testimoni, piu' di 260 mila intercettazioni registrate, il minuzioso riesame di 350 faldoni, decine di sopralluoghi. E ancora, ricognizioni fotografiche e personali e confronti con i pentiti. C'e' voluto un lavoro certosino, durato piu' di due anni, per rimettere ordine nel complicatissimo ''puzzle''- come lo chiama il Procuratore capo di Caltanissetta - dell'indagine sulla strage di via D'Amelio, costata la vita il 19 luglio del '92 al giudice Paolo Borsellino e a cinque agenti della sua scorta. Un 'puzzle' che oggi, a distanza di vent'anni, ricostruisce un'altra verita' rispetto a quella gia' accertata con sentenze passate in giudicato con decine di ergastoli. Paolo Borsellino, secondo la nuova ipotesi investigativa, fu ucciso perche' aveva saputo e si era opposto alla trattativa tra lo Stato e Cosa nostra, di cui era venuto a sapere prima di essere ucciso. Un periodo particolarmente buio quello dell'estate del '92. Secondo il Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso "la strategia della tensione non ha mai abbandonato l'Italia. Spesso in momenti di particolare destabilizzazione e confusione del quadro politico dopo Tangentopoli c'era il pericolo di una deriva che portasse a mutamenti politici magari non graditi". All'alba di oggi la Dia di Caltanissetta, coordinata dalla Dda nissena, ha eseguito quattro ordinanze di custodia cautelare. I provvedimenti sono stati notificati in carcere al capomafia pluriergastolano Salvuccio Madonia, ritenuto tra i mandanti della strage e ai boss Vittorio Tutino, che rubo' insieme con Gaspare Spatuzza la 126 imbottita poi di tritolo, e Salvatore Vitale, che abitava nel palazzo della madre di Borsellino, in via d'Amelio, e secondo gli inquirenti avrebbe fatto da talpa agli stragisti. L'unico ancora a piede libero era il pentito Calogero Pulci, accusato di calunnia aggravata. (segue)

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