Biagi: Gruppi (Cgil Bologna), legge 30 fu deformazione suo pensiero
Cronaca
Bologna, 13 mar. - (Adnkronos) - "Io non ho mai chiamato la legge 30 'legge Biagi', perche' quella legge e' stata una traduzione deformata del suo pensiero, che e' stato strumentalizzato anche in modo bieco, ma poiche' non voglio intrupparmi nella grande ipocrisia che oggi sembra prevalere, dico anche che la legge 30 e' una legge sbagliata la cui responsabilita' ricade sul Governo di allora che la impose al Parlamento. Oggi la legge 30 andrebbe superata in larghissima parte". E' quanto spiega all'ADNKRONOS il segretario della Cgil di Bologna Danilo Gruppi, ricordando Marco Biagi a 10 anni dalla sua morte, avvenuta per mano delle nuove Br che lo freddarono sotto casa il 19 marzo 2002, a due passi dalle Due Torri. Quanto alle parole dell'ex premier Romano Prodi che ieri ha ricordato l'amico Biagi, specificando che oggi, nel momento in cui e' in atto la travagliata trattativa sulla riforma del lavoro, "Biagi sarebbe molto utile", Gruppi si dice d'accordo. "In una fase cosi' difficile una figura importante come Biagi avrebbe fatto pervenire il suo contributo di riformista autentico, la sua sarebbe stata una voce in piu' che portava un'idea, magari non collimante con idee altrui, ma comunque utile". Tuttavia, prosegue il segretario della Cgil "il punto che non ho mai condiviso con Biagi riguarda il fatto che lui ritenesse ineluttabile la crescita dei livelli di precarieta' nel mercato del lavoro, era convinto che ci fosse una tendenza storica, dovuta alla trasformazione del sistema economico, produttivo e del lavoro. Questo e' il punto di massimo dissenso analitico rispetto al suo pensiero. Non a caso oggi l'esempio della Germania ci dimostra che sono possibili altre soluzioni". Secondo Gruppi, il nodo si scioglie putando alla "flessibilita' degli orari di lavoro, in base all'aumento o alla diminuzione della domanda" di beni e servizi che viene dalle fasi del mercato. (segue)