Frodi per 1,6 milioni di euro alla Farnesina, denunciati 29 consulenti esterni
Cronaca
Roma, 16 mar. - (Adnkronos/Ign) - Una serie di frodi per oltre 1,6 milioni di euro ai danni del ministero degli Esteri. E' quanto hanno scoperto gli uomini della Guardia di Finanza di Roma e che ha portato alla denuncia di 29 consulenti esterni della Farnesina accusati di aver percepito indennità di missione attraverso false autocertificazioni. Truffa aggravata ai danni dello Stato e falso in atto pubblico i reati contestati. L'indagine, denominata 'Mi certifico italiano', è scattata un anno fa su segnalazione della Farnesina che aveva individuato irregolarità nelle autocertificazioni sulla residenza da parte di esperti, non appartenenti al ministero degli Esteri, nel settore della Cooperazione allo sviluppo e in progetti condivisi anche in ambito internazionale. I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma, guidati dal colonnello Virgilio Pomponi, hanno portato avanti le indagini, coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica di Roma, Maria Anna Cordova, in collaborazione con il personale della Farnesina. Sono stati esaminati i documenti relativi a migliaia di missioni compiute da esperti esterni fin dal 2005. Su 4.500 missioni sono state trovate irregolarità sulla documentazione presentata per un centinaio di casi. In pratica i 29 denunciati, per lo più ingegneri e agronomi che avevano eseguito missioni in Paesi critici e a rischio nell'ambito della Cooperazione, autocertificavano falsamente la propria residenza nel territorio italiano mentre nella maggior parte dei casi, risultavano residenti nei Paesi esteri in cui venivano inviati in missione. In questo modo potevano vedersi riconosciuta l'attribuzione di compensi maggiorati per indennità di missione, che tengono conto di viaggio, vitto e alloggio. Un indennizzo di missione superiore che variava dai 150 euro al giorno fino ai 350. I rimborsi per le missioni, quindi, avevano fruttato a testa irregolarmente dai 10mila ai 300mila euro. I militari hanno anche segnalato alla Corte dei Conti il danno erariale per circa 1,6 milioni di euro, pari alle indennità non spettanti erogate agli esperti. "Il ministero degli Esteri è sempre più sensibile al tema della buona amministrazione", ha spiegato nel corso di una conferenza stampa Elisabetta Belloni, responsabile della direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo, "gli errori sono umani ma è importante mettere insieme gli strumenti per avere delle procedure di verifica: abbiamo esaminato migliaia di missioni e sono emerse un centinaio di irregolarità". "Il ministero degli Esteri - ha sottolineato con forza la dirigente - ha messo in atto delle procedure che sono un segnale per chi vuole lavorare con noi, è importante sapere che il denaro pubblico viene speso con la massima responsabilità".