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Il decreto liberalizzazioni diventa legge. Federfarma: farmacie chiuse il 29 marzo

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Politica

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Roma, 22 mar. (Adnkronos/Ign) - Con 365 voti favorevoli, 61 contrari e 6 astenuti, la Camera ha approvato in via definitiva il decreto liberalizzazioni. Il presidente del Consiglio, Mario Monti, rispondendo a una domanda dei cronisti, ha detto di ritenersi "molto soddisfatto". E nel giorno in cui il provvedimento è diventato legge, Federfarma proclama una giornata di chiusura delle farmacie per il prossimo 29 marzo. Ma all'Autorità di garanzia sugli scioperi "non risulta pervenuta alcuna proclamazione di sciopero" per fine mese. Dunque, secondo il presidente Roberto Alesse, "si tratterebbe allo stato, di un effetto annuncio, anche alla luce del fatto che, se proclamato per tale data, esso si porrebbe in violazione dell'obbligo legale del preavviso". Oggi il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, in aula a Montecitorio ha assicurato che non ci saranno "effetti finanziari negativi" in relazione ai 5 punti del decreto - il cui varo definitivo è atteso per questa sera - sui quali la Ragioneria generale dello Stato ha rilevato una mancanza di adeguata copertura. Durante l'esame degli ordini del giorno a Montecitorio, l'Aula dela Camera ha dato parere favorele a quello, bipartisan, sulla reintroduzione delle commissioni bancarie. L'ordine del giorno, firmato da Stefano Fluvi (Pd) assieme a Stefano Saglia (Pdl), Andrea Lulli (Pd), Angelo Cera (Udc-Terzo Polo), Maurizio Bernardo (Pdl) e Catia Polidori (Popolo e territorio), impegna il governo a reintrodurre le commissioni bancarie, chiedendo inoltre agli istituti di credito maggiore trasparenza e concorrenzialità. Approvato, inoltre, un ordine del giorno presentato dalla deputata della Lega Nord Manuela Dal Lago, presidente della Commissione Attività produttive, che impegna il governo ad adottare le opportune iniziative per avviare in tempi rapidi l'esame della proposta di legge (a prima firma Dal Lago) per la riduzione dei termini di pagamento nelle transazioni commerciali e per il recupero dei crediti. Sì anche all'ordine del giorno della Lega che impegna il governo a valutare con urgenza la possibilità di escludere dall'Imu le abitazioni e i fabbricati rurali. Intanto, Federfarma ha proclamato una giornata di chiusura a fine marzo delle farmacie e ha convocato l'Assemblea nazionale ''per adottare ulteriori iniziative di carattere sindacale. In ogni caso, sta assumendo iniziative legali a tutela delle farmacie associate". "Il Ministero della salute - ha spiegato in una nota l'associazione dei farmacisti titolari- ha diramato un parere interpretativo su alcuni aspetti dell'art.11 del Dl sulle liberalizzazioni, in vista dell'entrata in vigore della legge di conversione prevista per sabato 24 marzo. Tale parere contiene varie forzature e incongruenze che stravolgono la volontà del Parlamento e che avranno un impatto negativo sul servizio farmaceutico". Secondo Federfarma "la forzatura più grave e di impatto immediato" è aver posto il limite dei 65 anni per la direzione di una farmacia, con l'obbligo della rinuncia. "Siamo costretti a difenderci: le Regioni ora chiuderanno molte farmacie. Sono arrabbiata perché siamo stati corretti, abbiamo dimostrato serietà ed ora questo parere del ministero colpisce duramente i farmacisti titolari", sottolinea all'Adnkronos Salute Anna Rosa Racca, presidente di Federfarma. "E' inaccettabile. E' necessario che il ministro Renato Balduzzi torni indietro: si riformuli un'interpretazione corretta del comma 17 dell'articolo 11", dice Racca. Anche perché "questo è un parere immediatamente applicabile per le Regioni e i problemi cominceranno subito. Siamo in un Paese che punta all'aumento generale dell'età pensionabile. Ma un titolare di 65 anni non può più dirigere la propria farmacia: è l'unica categoria per la quale si abbassa l'età pensionabile". Il parere, inoltre, "ignora tutte le osservazione delle commissioni parlamentari della Camera e del Senato, non ha tenuto conto dalla lettura dell'ufficio studi del Senato. Anche da cittadina italiana credo sia allucinate pensare che a 65 anni non potrò più dirigere la mia farmacia". Molti esercizi chiuderanno,"altro che aprire nuove sedi", avverte Racca. "I farmacisti che sono da soli e che non possono permettersi di assumere un'altra persona o semplicemente perché, nell'immediato, non riescono a trovare la persona giusta, dovranno chiudere. La Regione gli chiederà di farlo. Nei piccoli Comuni ci sono moltissimi farmacisti che lavorano da soli. E avviene anche nelle città". Il rischio è che tra "15 giorni comincino le chiusure che hanno tanto il sapore di esproprio. Federfarma è vicina ai colleghi di 65 anni che si trovano travolti da questa interpretazione assurda del decreto", aggiunge infine Racca spiegando così le ragioni della serrata di fine marzo.

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