Cinema: Marco Tullio Giordana, vi racconto come ando' a Piazza Fontana (2)
Spettacolo
(Adnkronos/Cinematografo.it) - Ma ci sono cose che non tornano, prove fragili, personaggi inquietanti che agiscono nell'ombra, neonazisti coperti dai servizi segreti, prefetti che insabbiano, questori che mentono, uomini delle istituzioni - come l'allora Ministro degli Esteri Aldo Moro - che intravedono lo spettro del complotto e del depistaggio e altri - come il Presidente Saragat - che sembrano addirittura farne parte. E ci sono altri morti: Pinelli, che "cade giu'", dall'ufficio di Calabresi alla fine dell'estenuante interrogatorio; Giangiacomo Feltrinelli, l'editore di sinistra e il "Bombarolo" dell'omonima canzone, dilaniato dallo scoppio di un ordigno; e poi, ancora, il commissario Calabresi, vittima di una campagna d'odio a mezzo stampa (soprattutto ad opera di Lotta Continua) e infine ucciso sotto casa. Troppi Morti, piste, indagini che si fanno e si disfano e ancora, dopo 43 anni, nessuna verita' giudiziaria accertata. Nessun colpevole. Come afferma uno degli sceneggiatori, Sandro Petraglia, 'Romanzo di una strage' sembra ribaltare il luogo comune del tipico film d'inchiesta: "In genere vanno in cerca di segreti. Nel caso di Piazza Fontana, succede l'inverso: non ci sono segreti, ma talmente tante verita' sovrapposte che finiscono per disorientare, ostacolare la comprensione dell'insieme. Il senso di questo film era proprio quello di dare un ordine, un filo logico alla sfilza di verita' disponibili". Ma 'Romanzo di una strage' ha anche un altro obiettivo. Lo enuncia Giordana: "Spero che questo film venga visto soprattutto dai piu' giovani. Qualche tempo fa alcuni ragazzi, intervistati nel corso di un'inchiesta televisiva, rivelavano nelle loro ingenue risposte la piu' assoluta ignoranza riguardo Piazza Fontana. Ma spero lo vedano anche coloro che allora c'erano, queli che sanno ma non hanno ancora acquisito una capacita' di giudizio obiettivo. Come ammoniva Pasolini, bisogna liberarsi dai pregiudizi. Anche io avevo bisogno di liberarmi, di acquisire uno sguardo nuovo, ed e' questa la ragione per la quale ho potuto fare questo film solo adesso e non dieci o venti anni fa". (segue)