'Ndrangheta, blitz contro 7 cosche: decine di arresti e 250 indagati in quattro regioni
Cronaca
Cosenza, 30 mar. (Adnkronos/Ign) - Oltre 60 arresti in Calabria, Lombardia, Lazio e Veneto, sette cosche di ?ndrangheta smantellate e beni per quindici milioni di euro messi sotto sequestro. E' questo il bilancio di una maxi operazioni contro la criminalità organizzata calabrese scattata all?alba di oggi in tutta Italia e che ha visto l?esecuzione di 63 ordinanze di misura cautelare nei confronti di esponenti mafiosi attivi a Cosenza e sul Tirreno cosentino, con interessi in varie regioni d'Italia. Ben 250, invece, gli indagati. Gli arrestati sono accusati di associazione mafiosa, omicidi, tentati omicidi, usura ed estorsione. L?operazione, denominata ?Tela del ragno?, è stata condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza e del Ros ed è coordinata dalla Dda di Catanzaro. In particolare sono state colpite le cosche Lanzino-Locicero di Cosenza (subentrata a quella dei Perna-Ruà), Muto di Cetraro, Scofano-Mastallo-Ditto-La Rosa e Serpa di Paola, Calvano e Carbone di San Lucido, e Gentile-Besalvo di Amantea. Sono stati scoperti gli autori di diversi omicidi maturati durante la guerra di 'ndrangheta che ha visto contrapposte negli ultimi 30 anni diverse cosche del cosentino per il controllo delle attività illecite sul territorio. In particolare le indagini hanno fatto luce su una dozzina di omicidi e tre tentati omicidi, dando una chiave di lettura completa sugli episodi che si sono verificati più frequentemente tra il 1993 e il 2004. Scoperte anche infiltrazioni negli appalti pubblici. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori le cosche del capoluogo cosentino avevano deciso di chiudere la guerra di mafia che aveva sparso tanto sangue tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '90 e provato a stabilire una pax mafiosa. Tuttavia alcuni sodali si sono opposti a questo disegno e la tregua è durata poco. Anche perché era stata decretata l'eliminazione fisica di chi di opponeva a questo progetto. Così le cosche di Cosenza che fanno capo ai Perna, Cicero, Lanzino, Ruà, avevano disegnato l'assetto del territorio e stabilito chi comandava sulla costa tirrenica cosentino, indicando espressamente le cosche di riferimento. Era stato inoltre individuato un capo locale unico e i proventi delle attività illecite confluivano in una 'bacinella' comune.