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Sanita': operati nel pancione, solo a Milano circa 100 interventi l'anno

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Cronaca

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Milano, 31 mar. - (Adnkronos Salute) - Hanno gia' sperimentato il bisturi, ancora prima di nascere. Sono i bebe' operati nel pancione delle loro mamme. Gemelli, ma anche feti singoli con gravi patologie. Ogni anno solo a Milano dove sono attivi due ospedali ultraspecializzati su questo fronte - la clinica Mangiagalli-fondazione Policlinico e il Buzzi - si eseguono un centinaio di interventi. Da un lato la chirurgia laser per i gemelli a rischio (gravidanze monocoriali): casi in cui il campanello d'allarme puo' essere una significativa differenza di crescita fra i piccoli, dietro la quale si puo' nascondere anche la cosiddetta 'Twin to twin transfer syndrome'. Dall'altro, il bisturi per tutti quei bebe' con diverse patologie gravi, scoperte mentre ancora sono in formazione. "In alcuni casi - spiega Ernesto Leva che coordina la Chirurgia neonatale nella clinica Mangiagalli - e' necessario intervenire in utero per risolvere delle situazioni delicate o anche per preparare il bebe' al parto. Ci sono situazioni, infatti, in cui il piccolo alla nascita avra' bisogno di percorsi intensivi che possono essere alleggeriti con l'uso del bisturi". Il Policlinico ospita oggi la quarta edizione del Workshop internazionale di chirurgia pediatrica, appuntamento in cui si affrontera' una riflessione anche su situazioni al limite come quelle dei bebe' che hanno bisogno di un intervento prima di nascere. Il focus sara' sulle problematiche cliniche relative alle masse cervicali e toraciche, con particolare attenzione alla diagnosi prenatale e alla chirurgia fetale, che oggi rappresenta la nuova frontiera. Sono interventi molto complessi, come quello previsto in caso di ernia diaframmatica: i chirurghi inseriscono gli strumenti con una microtelecamera in utero, visualizzano la bocca del piccolo e vi entrano per posizionare un palloncino nella trachea, che permettera' di migliorare la crescita del polmone. Altro momento delicato e' la nascita: per alcuni di questi bebe' nel momento in cui vedono la luce scatta la lotta per sopravvivere. Il piccolo viene lasciato attaccato alla placenta della mamma e "i chirurghi hanno 30 minuti di tempo per garantirsi una via per farlo respirare", spiega Leva. "Sono bimbi che fino a qualche anno fa non avevano chance, oggi le cose sono cambiate", sottolinea. (segue)

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