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Mafia, catturato a Bangkok boss Palazzolo. Era il tesoriere di Riina e Provenzano

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Cronaca

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Bangkok, 31 mar. (Adnkronos/Ign) - E' stato arrestato a Bangkok Vito Roberto Palazzolo, considerato un boss di primo piano di Cosa nostra. Latitante da tempo, è stato fermato ieri sera dall'Interpol nell'aeroporto della capitale thailandese. Palazzolo, 64 anni, ritenuto il tesoriere di Totò Riina e Bernardo Provenzano, nel 2009 era stato condannato in via definitiva dalla Cassazione per concorso in associazione mafiosa. Viveva a Johannesburg, in Sudafrica, con la nuova identità di Robert Von Palace Kolbatschenko. La localizzazione e la cattura del latitante in Thailandia è stata possibile grazie alle attività info-investigative congiunte del Reparto operativo di Palermo, del Raggruppamento operativo speciale di Roma e della Squadra Mobile del capoluogo siciliano, in sinergia con il Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia - DCPC - di Roma. Palazzolo è stato rintracciato anche grazie a Facebook. A partire dallo scorso gennaio, infatti, il Nucleo investigativo in collaborazione con il Ros ha avviato una serie di indagini, coordinate dalla Dda di Palermo e sviluppatesi attraverso intercettazioni telematiche (profili di Facebook e di altri social network riferibili al latitante e al nucleo familiare) e tramite l'acquisizione di notizie da fonti confidenziali. Le indagini hanno consentito di documentare il viaggio di Palazzolo in Thailandia, paese che, a seguito di attivazione da parte del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, ne ha consentito il fermo e la contestuale traduzione in Italia per la consegna alle autorità competenti. Il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha espresso il proprio apprezzamento per l'attività svolta dalla polizia thailandese. Palazzolo è stato coinvolto nella storica indagine 'Pizza Connection', che accertò il ruolo centrale della mafia siciliana nella raffinazione e nel traffico di eroina, i cui proventi vennero in larga parte riciclati da Palazzolo stesso. Sfuggito a vari tentativi di cattura ed estradizione in Italia, negli anni '90 cambiò la propria identità, riuscendo così ad ottenere la cittadinanza sudafricana.

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