MALATTIE TROMBOTICHE

Come prevenire l’ictus nella fibrillazione atriale

Maria Rita Montebelli

Un importante passo avanti nella lotta contro le malattie trombotiche grazie alla disponibilità anche in Italia dell’anticoagulante orale di Bayer HealthCare con due nuove indicazioni terapeutiche: la prevenzione dell’ictus nella fibrillazione atriale e il trattamento della trombosi venosa profonda (TVP) e prevenzione delle recidive di TVP ed embolia polmonare. Indicazioni che vanno ad aggiungersi a quella già approvata della prevenzione del tromboembolismo venoso nei pazienti adulti sottoposti a intervento elettivo di sostituzione dell’anca e del ginocchio. Rivaroxaban è un inibitore diretto, specifico  e reversibile del fattore Xa della coagulazione, che offre un regime terapeutico più efficace rispetto alle terapie standard e la cui maneggevolezza ne consente l’utilizzo in diverse aree terapeutiche. Rivaroxaban, inoltre, non richiede il monitoraggio della coagulazione ed è l’unico nuovo anticoagulante orale in monosomministrazione giornaliera, una garanzia di compliance e aderenza alla terapia. È un farmaco che ha le più alte conferme di efficacia e sicurezza in diversi contesti scientifici e una consolidata esperienza clinica, con più di cinque milioni di pazienti trattati nel mondo. Nuove indicazioni. La prima indicazione approvata di recente per rivaroxaban è quella della prevenzione dell’ictus nella fibrillazione atriale, aritmia cardiaca che è causa del 15-20% di tutti gli ictus trombo embolici, il disturbo cardiovascolare più comune dopo le cardiopatie. Per quanto riguarda il trattamento della trombosi venosa profonda e in generale la cura del tromboembolismo venoso, che a livello globale è causa di morte di una persona ogni 37 secondi, rivaroxaban fornisce una soluzione semplice con un solo farmaco orale, sin dal primo giorno. “Questa è una vera novità nella terapia acuta della trombosi venosa e nella prevenzione delle recidive della stessa – sottolinea Walter Ageno, professore associato di medicina interna presso il Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università dell’Insubria – si tratta di una doppia innovazione perché rivaroxaban non è solo la prima alternativa ai vecchi farmaci orali nella terapia a lungo termine, ma è anche e soprattutto il primo farmaco che elimina la necessità di sottoporre il paziente, nella fase acuta della patologia a una terapia parenterale, costituita dall’eparina a basso peso molecolare. Questo perché è efficace fin dalla prima somministrazione”. (MARIANNA MASCIANDARO)