Mafia Capitale, c'è pure l'amica della Kyenge. Odevaine: "E' un soldato. Come se fossi io"
"Un soldato con la vocazione alla corruzione, disponibile a dare esecuzione alla volontà di Odevaine e a sostituirlo laddove impossibilitato ad agire in prima persona". Gli inquirenti che hanno acceso i riflettori su Mafia Capitale descrivono così Patrizia Cologgi. La signora, in passato ex direttore degli uffici di Protezione Civile del Comune di Roma, era all'epoca dei fatti coordinatore del servizio per le adozioni internazionali presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e dirigente del ministro dell'Integrazione del governo Letta, Cecile Kyenge, come specifica bene Luca Odevaine in una intercettazione in cui cerca di sistemare l'affare del centro di accoglienza di San Giuliano in Puglia. "Come fossi io" - "Lei è un dirigente di prima fascia della presidenza del consiglio... è stata... adesso vicecapo di gabinetto della Kyenge". ".. è anche una esperta... per cui vediamo di farglielo fare a lei la Presidente della Commissione", dice l'uomo che faceva da collegamento tra la banda e le istituzioni. Odevaine, aveva le mani in pasta, ma si rendeva conto dell'impossibilità di rivestire doppi incarichi. Sicché, trovandosi già a ricoprire un ruolo istituzionale per il Cara di Mineo, deve trovare una persona fidata per la Commissione di gara a San Giuliano. E la persona giusta, per lui, è proprio la Cologgi. "A Mineo sto in commissione per cui a San Giuliano non ce vado in commissione", dice Odevaine secondo le intercettazioni pubblicate dal Tempo. "Perché non si può andà in due commissioni sulle due cose più grosse che ci sono in Italia in questo momento no? Non mi pare il caso per cui abbiamo convinto lei...è un soldato insomma..è come fossi io". "Il soldato"- Gli inquirenti scrivono che "Patrizia Cologgi aveva manifestato la propria disponibilità a essere inserita nella commissione di gara, a fronte della promessa di essere nominata direttore generale di Protezione Civile della Regione Lazio e dell'assunzione di una persona da lei segnalata". Una volta riuscito a piazzare la donna, Odevine "consegnava al funzionario la pennetta contenente il progetto di bando per consentirle di studiarlo e individuare i cosiddetti punti forti idonei a far vincere il Guppo La Cascina". Ma Odevaine viene arrestato.