Il gran rifiuto

Roma, Marino non partecipa al Gay Pride: è polemica

Andrea Tempestini

Riposo. Assoluto riposo. Questa l'irrevocabile decisione presa dal sindaco di Roma, Ignazio Marino, che sabato 15 giugno non parteicpierà al Pride 2013, la manifestazione dell'orgoglio omosessuale. Meglio stare a casa, anche perché la fatica della salita in Campidoglio con la bicicletta ha lasciato degli strascichi (non solo fisici: il Corriere della Sera, il Foglio e il Giornale con Vittorio Feltri hanno punzecchiato il "radicalchicchismo" del sindaco pedalatore. La bicicletta, insomma, assomiglia molto di più a una bandiera politica che a un'abitudine). Il gran rifiuto - Ma ora a tener banco non sono le due ruote, bensì il gran rifiuto. Niente sfilata nel corteo omo. "Il sindaco MArino ha declinato il nostro invito per trascorrere qualche giorno in famiglia - questa il piccato commento degli organizzatori -. Una risposta irrispettosa e offensiva nei confronti di una comunità che si batte da anni e domani scenderà in piazza proprio per vedere riconosciuti i diritti, la visibilità e la dignità delle proprie famiglie". Già, Marino per trascorrere il sabato ha scelto la sua, di famiglia. Al suo posto, per partecipare all'evento, ha delegato Luigi Nieri, consigliere capitolino di Sinistra Ecologia e Libertà. Nieri, si è appreso in una nota del Campidoglio, consegnerà agli organizzatori del Roma Pride un messaggio di Marino. Le proteste - La polemica è appena iniziata. La proseguono gli organizzatori: "Siamo molto delusi da questa scelta che denuncia una grave sottovalutazione di cosa sia il Pride per Roma, e siamo fiduciosi che il Sindaco sappia comprendere l'importanza che avrebbe la sua presenza per una comunità che troppo spesso non riceve risposte credibili dalle Istituzioni e dai suoi più importanti rappresentanti". Entra poi in campo il portavoce del gay center, Fabrizio Marrazzo: "Marino fissi al più presto un incontro con le associazioni lgbt (lesbo, gay, bisex, trans, ndr) per discutere delle proposte che gli sono state rivolte". E ancora, il Circolo Mario Mieli: "Ci sembra una falsa partenza e un brutto segnale nei confronti di Roma e di una comunità importante che ha contribuito in modo rilevante alla sua vittoria". "Voglio stare in famiglia" - Come detto, Marino ha spiegato alla stampa di voler trascorrere del tempo in famiglia, con la sua famiglia. Le fatiche elettorali sono state appena archiviate, mentre della faticaccia per la sua passerella in bicicletta fino al Campidoglio ne abbiamo già parlato. Il neo-sindaco vuole riposarsi, e preferisce la sua casa, la sua famiglia (tradizionale). Terribile affronto per la comunità omosessuale capitolina: "Oggi spiega alla stampa di voler trascorrere del tempo in famiglia, senza rendersi conto, forse, che questa motivazione rischia di essere persino offensiva nei confronti di chi le proprie famiglie non le vede in alcun modo riconosciute", chiosa il presidente del Circolo Mario Mieli, Andrea Maccarone.