Roma, maxi-rissa romeni e bosniaci con spranghe e coltelli

Lucia Esposito

Mazze di ferro, bastoni di legno, cric e coltelli. Sono le armi usate nella maxirissa, scoppiata in via della Magliana, che ha visto protagonisti cittadini romeni e bosniaci, che si sono affrontati senza esclusione di colpi e senza curarsi dei numerosi passanti.  A notare l’incredibile scena e a dare l’allarme al 112 è stato un maresciallo del Nucleo operativo dei carabinieri della Compagnia Roma Trastevere che si è trovato a passare in auto, al culmine del furibondo scontro, mentre era diretto in caserma. Numerose le persone rimaste intrappolate "tra i due fuochi" e che, spaventate, hanno cercato riparo accovacciandosi tra le auto in sosta. Il militare ha immediatamente chiamato rinforzi tramite la Centrale operativa del Comando provinciale ed è intervenuto riuscendo a fermare quattro romeni, di età compresa tra i 14 e i 38 anni. Gli arresti  Tre bosniaci di 20, 30 e 45 anni che avevano preso parte attiva alla rissa, in un primo momento, sono riusciti a scappare a bordo di un’auto, bloccata poco dopo da un equipaggio di carabinieri del Nucleo radiomobile di Roma. Tutti i 'litigantì sono dovuti ricorrere alle cure mediche per le lesioni riportate. Alla base del violento scontro ci sarebbero screzi legati alla convivenza nel campo nomadi di via Luigi Candona, dove la maggior parte di loro sono domiciliati. Sul "campo di battaglia" è rimasto un vero e proprio arsenale, successivamente sequestrato dai militari.   I sei maggiorenni sono stati arrestati con l’accusa di rissa aggravata: uno di loro, il bosniaco 45enne, è stato denunciato anche per resistenza a pubblico ufficiale, essendo alla guida dell’auto con cui lui e i suoi connazionali hanno tentato di scappare nonostante l’alt imposto dai carabinieri. Il minorenne è stato denunciato a piede libero, sempre per rissa aggravata.