Nel mirino

Dybala, il genietto del Palermo che ha stregato Thohir e Antonio Conte

Andrea Tempestini

Il talento, Paulo Dybala ce l’ha nelle vene, dove scorre sangue che più misto non si può. È argentino, Dybala, nato il 15 novembre ’93 a Laguna Larga e cresciuto all’Instituto de Cordoba proprio come il suo illustre concittadino e campione del mondo 1978, Mario Kempes. Ma in tasca Paulito ha pure altri due passaporti, quello polacco e quello italiano grazie alla nonna materna, e per questo Antonio Conte lo sta già seguendo. Ha già rifiutato la Nazionale polacca, è stato convocato ma senza giocare dall’Under 20 argentina, dunque è papabile per l’azzurro: Di Biagio lo aveva osservato, chissà che per l’Europeo di giugno non possa raggiungere il compagno di squadra Belotti. Dunque Dybala, un po’ Messi, un po’ Aguero, piace molto a Conte, che lo tiene d’occhio in attesa che i colpi già mostrati da ragazzino in Argentina diventino colpi continui. Piace molto anche all’Inter del nuovo corso Mancini, alla ricerca di un duttile esterno d’attacco individuato in Lavezzi: ma fare affari con il Psg non è cosa semplice né economica. Il Pocho è in scadenza ed è il primo nella lista di Natale spedita dal Mancio a Thohir, ma per Al Khelaifi non è un problema portare i suoi anche a fine contratto, come dimostrato nei casi di Alex e Menez. Ecco dunque che Dybala è il nome individuato nel caso Lavezzi si dimostrasse irraggiungibile o troppo costoso per un classe ’85. E considerato che Palacio ne farà 33 a febbraio, l’Inter si sta già guardando intorno per un eventuale investimento su «la joya» (il gioiello), già seguito tre anni fa. Difficile però che Zamparini voglia privarsene a gennaio, la sparata di pochi giorni fa è sintomatica: «Ci vogliono 40 milioni per portarlo via». Ovvio che se questi sono i parametri, Ronaldo ne varrebbe 400, più realistico pensare che il prezzo si aggiri fra i 20 e i 25, lui che con i 12 milioni ufficialmente spesi (ma il suo reale prezzo non è mai stato chiarito) è stato l’acquisto record dei rosanero, che ora gli stanno proponendo un rinnovo (l’attuale contratto scade nel 2016) - al pari di Vazquez - con ingaggio aumentato da 500mila a 1 milione di euro: i 5 gol di questo terzo anno a Palermo (quello al Milan e quello freschissimo al Genoa sono due capolavori) sono biglietti da visita pesanti. Oltre alle sue caratteristiche che lo rendono prima o seconda punta alla bisogna, capace di fare reparto da solo. Mentre Iachini lo catechizza con mezz’ora di lavoro tattico al giorno in più rispetto agli altri. E i risultati si vedono. di Tommaso Lorenzini