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Biasin e gli incredibili insulti di Ferrero con i tifosi

Eliana Giusto
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Per quelli che fanno il nostro mestiere Massimo Ferrero è come una mestolata di manna (quella che a volte scende dal cielo). E infatti tutti lo cercano e tutti lo vogliono: radio, siti, quotidiani, televisioni dalla Rai a TelePippolo. E lui si tira indietro? Giammai. Battute, risate, clamorosi duetti, share che si impenna. Diciamolo: ha tempi televisivi micidiali e battuta pronta alla Allen (un filo più terra-terra, se vogliamo). Il problema è tutto qua: Massimo Ferrero non è un attore (oddio, tra gli altri ha recitato in «Ultrà» e «Camerieri», ma diciamo che non possiamo definirlo «il nuovo Tognazzi»). Ferrero - per mia nonna e tua zia che magari non lo sanno - è presidente della «Samp&Doria» dal giugno 2014. Appena arrivato tutti pensarono: «Ammazza che tipo questo qua». C' era grossa diffidenza attorno a quella barba e quel piglio, ma in nome del detto «l' abito non fa il monaco» tutti temporeggiarono. I risultati sul campo lo premiarono nonostante una prima mini-rivoluzione nel gennaio 2015. Con la Samp di Mihajlovic terza, il patron cedette Gabbiadini, Gastaldello, Krsticic, Sansone, Da Costa. Li sostituì con Eto' o, Muriel, Frison, Coda, Duncan. Totale: 7° posto finale. Non male. Quest' anno la faccenda si ripete: via Eder («mi hanno impacchettato»), via Zukanovic, via Regini, via (forse) Pedro Pereira, Soriano già promesso all' Inter a giugno. Dentro (in prestito) Dodò e Ranocchia, per sei mesi Alvarez, Jacopo Sala (si dice per 5 fischioni), Skriniar (un milione) e Quagliarella (il Toro chiede 3 milioni più spiccioli). Insomma, a spanne Massimone «fa cassa». Decisione legittima se non fosse che quest' anno i blucerchiati non sono al terzo posto, ma al quart' ultimo (parimerito col Genoa) con 5 punti di vantaggio sul Carpi. Per carità, non siamo all' allarme rosso, ma anche nel 2010-2011 nessuno tremava, partirono Cassano e Pazzini e la Samp scese dalla nona piazza giù-giù fino alla serie B. Qui nessuno vuol gufare, sia chiaro, anche perché i tifosi della Samp non sono mica preoccupati, sono semplicemente incazzati neri. Simpatico scambio su twitter tra tale Andrea e @unavitadacinema. Andrea: «Quando impacchetteranno te, riderò». Massimone: «Ma vai a fare inculonia». E poi, botta e risposta in punta di fioretto. Riccardo: «Sempre detto che sei il pagliaccio del cinema e te lo dico dal cuore vai a fare...» (nell' originale non ci sono i puntini). Risposta: «Senti cialtrone a fare in ... vai tu e chi non te lo dice!». Anche in questo caso i puntini celano un misterioso termine che finisce per -ulo. Più altre amenità. Ora, qui non si tratta di essere malfidenti, di accusare Ferrero sulla base di voci e dicerie (comunque preoccupanti), qui si pretende più chiarezza, quella di un patron che dice «non vendo» e poi vende, quella di un tale che non rappresenta la Longobarda di Banfi ma il club campione d' Italia '91, presidente Mantovani, che poi lasciò a Garrone. Ecco, Garrone, un signore che «vai a fare in...» non lo disse neppure al tesserato barese (poi pentito) che lo definì «vecchio di...», figuriamoci a un tifoso della «sua» Samp. di Fabrizio Biasin

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