Parola di Luciano Moggi: "Vogliono vincere? Allora il Napoli faccia come dico io"
Juventus Stadium in festa per la vittoria e il sorpasso al vertice. “Termina” così la cavalcata bianconera che ha fruttato il recupero di 10 punti sul Napoli nelle ultime quindici giornate, con 13 ancora da giocare. Non abbiamo assistito a una partita esaltante, piuttosto a una che nessuno voleva perdere. La miglior difesa ha annullato il miglior attacco, Barzagli ha nascosto la palla ad Higuain e si è così inceppato il meccanismo: l'uomo da 24 reti in 24 partite è rimasto a secco e il Napoli ha perduto senza meritarlo, per quello che ha fatto vedere. Però i numeri ci danno la prova: quando Higuain non segna (7 volte) la media è di un punto a partita. La Juve passa con un solo tiro in porta in 90', per di più deviato da Albiol; il Napoli impegna severamente Buffon una sola volta oltre ad un salvataggio di Bonucci che toglie l'1-0 dalla testa del Pipita. La retroguardia juventina, pur priva di Chiellini, è stata di nuovo il reparto migliore: giocatori polivalenti capaci di esprimersi a 3 o a 4 a seconda delle esigenze. La compattezza, ma soprattutto la consapevolezza di essere forte, ha portato questa difesa a subire un solo gol (Cassano) nel 2016: è così che l'autostima cresce al pari dell'adrenalina, più gli impegni sono difficili meglio si cala nella parte, essendoci abituata. Non altrettanto ha dimostrato il Napoli: campioni come Higuain e Hamsik non pervenuti, Koulibaly che lascia un metro di troppo a Zaza che ne approfitta. Si potrebbe pure parlare di sfortuna, ma dalla parte bianconera, oltre ad una certa buona sorte, c'è la consapevolezza dei propri mezzi che le permette di attendere con pazienza gli errori dell'avversario. Adesso i bianconeri da inseguitori passano ad inseguiti, il Napoli dovrà dimostrare carattere, forza fisica e morale per restare in scia: basterebbe seguire l'esempio della Juve, mesi fa precipitata a meno 10. Per Sarri, il Milan sarà un test probante. Una domanda comunque è lecita: «È così forte la Juve o le altre sono carenti per qualità tecniche, atletiche e anche morali, intese come professionalità?». Probabilmente un po' di tutto questo. Intanto, dopo il ko di Firenze, l'Inter regina degli 1-0 dei quali stava stabilendo il record sta ora centrando quello degli espulsi (ben 8), segno di nervosismo che Mancini non riesce a sopire, oppure ne è l'artefice inconsapevole: sicuramente lo spogliatoio non è più quello delle prime giornate quando l'Inter comandava e la caduta è in classifica ma anche nel morale. I bocciati, Melo e Jovetic soprattutto, potrebbero scaricare la loro rabbia sui compagni che vanno in campo, con il risultato che si sta vedendo. Mentre la Viola rimonta e vince riprendendo il terzo posto. Passa meritatamente la Roma a Carpi (quarta vittoria di fila), riproponendosi per la zona Champions. Nella lotta a tre con Fiorentina e Inter la vediamo vincente nonostante Rudiger, forte atleticamente ma non in grado tecnicamente di far parte di una squadra partita per lo scudetto: l'1-1 del Carpi (Rudiger colpevole) è l'ennesima dimostrazione. Il Milan di Mihajlovic batte anche il Genoa ed è ormai a due punti dai cugini: bene nel primo tempo meno nel secondo e Sinisa si arrabbia con chi va in campo camminando (Balotelli). Lunedì andrà a Napoli con una autostima ormai consolidata per combattere da pari a pari e alimentare ancor di più una classifica già buona ma migliorabile. di Luciano Moggi