Fratelli Origone, uomini jet sugli sci: la loro sfida (e le velocità raggiunte)
La dinastia degli uomini jet colpisce ancora: Ivan Origone strappa al fratello maggiore Simone il primato di sci velocità, diventando l'essere umano più veloce al mondo senza utilizzare un motore. Sulle nevi di Vars (Francia), nel corso dello Speed Masters, il 28enne di Ayas (Aosta) ha raggiunto i 254,958 km orari nella folle picchiata del «chilometro lanciato», avviluppato nella iper-tecnologica tuta rossa sviluppata nella galleria del vento di Pininfarina. Solo pochi minuti prima, Simone aveva portato il suo record mondiale a 252,987, superando quello che lui stesso aveva stabilito lo scorso anno (252,632 km/h). Nello sport che fino a metà Anni 80 era roba da hippy, dove l'importante era ritrovarsi e far baldoria, i due aostani hanno segnato una rivoluzione per professionalità e ricerca maniacale dei dettagli: oggi volano via con una marcia in più e non avendo competitor, la rivalità se la sono ritrovata loro malgrado in casa. «Complimentissismi a Ivan - esclama a Libero Simone, 36 anni - è stato più bravo e il cronometro è giudice inappellabile. Io nella parte finale della pista ho avuto grossi problemi e pensavo di cadere, forse ho spigolato con lo sci destro, mi rivedrò al video: altro che record, se finivo giù...». Dunque l'allievo ha superato il maestro? «Direi di sì», annuisce un po' contrariato Simone, che ammette anche che «ormai la rivalità fra di noi esiste. La cosa era iniziata come un gioco: io facevo le gare e portavo Ivan con me, era un bel mondo, divertente, e non c'erano problemi. Poi a un certo punto è diventata gara fra di noi e può capitare che ci sia anche tensione a volte». Mai superato il punto di rottura? «No, però in certi momenti durante le gare c'è elettricità. Per tanti anni siamo stati primo io e secondo lui, adesso è il suo momento: almeno rimane tutto in famiglia, il record non l'ha fatto un francese, siamo sempre i fratelli più veloci del mondo». «È vero», aggiunge Ivan, 28 anni, che ha iniziato a 16, «Simone mi ha insegnato tutto e a me piace dire che siamo i fratelli Origone sia quando le cose vanno bene sia quando vanno male. Certo, questo non è uno sport di squadra, ma comunque in famiglia sono come la Svizzera: neutrali, tifano per entrambi». Ma cosa si prova a 254,958 km/h? «È una velocità impensabile, però noi, dentro quelle tute rosse dove si suda di brutto ma se le nuvole coprono il sole si congela, abbiamo giusto il tempo di concentrarci, visto che la picchiata dura 5 secondi». Scaramanzie? «Io non più», confessa Ivan, «prima ero attento ai numeri delle camere d'albergo, al numero del casco, ora non ci penso più. Ivan invece ha sempre con sé un tanga rosso con cui una volta ha vinto una gara e da allora se lo porta sempre dietro». Prossimo obiettivo i 255? «Facciamo 256», esclama Ivan «eravamo così vicini. Con Simone ne abbiamo parlato spesso: secondo noi la velocità massima raggiungibile è 260, dipende non solo da preparazione e materiali ma anche dal trovare la giornata perfetta». Peccato che per allenarsi, gli Origone debbano sempre andare in Svizzera o Francia. «Non è per fare polemica», osserva Simone «ma da noi c'è solo una pista da 140 all'ora a Cervinia, per il resto è disinteresse totale, compresi i media. Pensate che invece Canal+, una delle più importanti tv francesi, mi ha seguito tutto lo scorso anno per realizzare un documentario» . E che l'Italia sia leader in questa speciale disciplina lo dimostra anche Valentina Greggio, 25enne di Pallanza (Verbania) e campionessa in carica, che ieri ha stabilito il nuovo record femminile: 247,083 km/h. Ora gli Origone sono attesi in Svezia, a Idre (9-10 aprile), alle finali di Coppa del mondo: sono in testa alla classifica appaiati a 360 punti, «una vittoria da portare a casa e dedicare a nostro padre, grande appassionato di sci, che ci ha lasciato poco tempo fa». di Tommaso Lorenzini