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Ci sono nuovi dispositivi medici per combattere l'ictus femminile

Watchman, il dispositivo per la chiusura dell'auricola sinistra
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L'ictus è una patologia grave che ogni anno colpisce in Italia 150mila persone e rappresenta la terza causa di mortalità (dopo le malattie cardiovascolari e i tumori) e la prima di invalidità, con un fardello di deficit neurologici e compromissione di funzioni. Ulteriori motivi di allarme sono l'abbassamento dell'età media dei pazienti (un tempo oltre i 70 anni, oggi più di 4200 casi in Italia ogni anno in soggetti di età inferiore ai 45 anni) e l'aumento della patologia nelle donne. Le donne, infatti, secondo dati recenti sembrano sempre più a rischio, con il 43% dei casi di ictus ma con un indice di mortalità che raggiunge il 61%. L'incidenza mortale è doppia rispetto al  tumore mammario e si ritiene che 1 donna su 5 sarà colpita da un ictus nell'arco della sua vita (per gli uomini, 1 su 6). Fra le concause che ne possono determinare l'insorgere vanno considerati l'uso di contraccettivi e la gravidanza. Si calcola, inoltre, che nei 12 mesi successivi a un ictus i decessi femminili siano intorno al 25%, mentre quelli maschili si attestino intorno al 22%. Per questo il 29 ottobre, Giornata Mondiale contro l'Ictus, ha come tema ‘I am Woman: Stroke affects me', sono una donna e l'ictus mi può colpire in qualsiasi momento. La campagna di sensibilizzazione, promossa in tutto il mondo dalla World Stroke Organization, vuole ricordare che l'ictus colpisce in misura crescente il mondo femminile e che la battaglia per contrastarlo deve essere incessante. Boston Scientific, società leader nel settore biomedicale e che investe ogni anno più di 1 miliardo di dollari per la ricerca e lo sviluppo di nuovi dispositivi medici, ha sottoscritto un accordo con la WSO e sostiene i programmi di sensibilizzazione su questa patologia. Dalla ricerca avanzata arrivano, infatti, le soluzioni terapeutiche più innovative che, oltre alle tradizionali terapie farmacologiche, consentono di affrontare, spesso di prevenire, l'insorgere dell'ictus. Come Watchman, il dispositivo per la chiusura dell'auricola sinistra, la piccola ansa del cuore dove si formano i trombi che migrano al cervello causando l'ictus. Watchman (da molti definito anche ‘ombrellino salvacuore') è una innovazione tecnologica di Boston Scientific. Impiantato in oltre 10mila pazienti nel mondo, è l'unico dispositivo per la chiusura percutanea dell'appendice atriale approvato dalla FDA e che ha dimostrato notevole efficacia nella prevenzione dell'ictus in pazienti affetti da fibrillazione atriale. E' anche l'unico supportato da numerosi studi clinici che ne evidenziano prestazioni e sicurezza, ed è accreditato dalla Società Europea di Cardiologia (ESC) come metodica innovativa per prevenire l'ictus in pazienti che presentino controindicazioni all'assunzione di farmaci anticoagulanti, o per i quali queste terapie farmacologiche non siano efficaci. Gli studi internazionali hanno rilevato che, dopo la chiusura dell'auricola con dispositivo Watchman, nei pazienti controindicati alle terapie anticoagulanti si è registrata una diminuzione del rischio di ictus fino al 77%. Il dispositivo, impiantato con successo presso numerosi centri italiani, è costituito da una struttura auto-espandibile in nichel e titanio e da una copertura di tessuto in PET. La procedura, minimamente invasiva, prevede l'inserimento nel cuore tramite un sottile catetere che parte dalle regioni inguinali e che arriva fino all'auricola, la chiude in modo permanente e blocca così la formazione di coaguli. Le testimonianze sulle prestazioni del dispositivo vengono sia dai medici sia da molti pazienti che dopo l'impianto hanno recuperato una buona qualità di vita. Giulio Molon, Direttore dell'Unità di Elettrofisiologia e Cardiostimolazione dell'Ospedale Sacro Cuore di Negrar (VR), afferma: ”La chiusura di auricola dell'atrio sinistro nei pazienti in fibrillazione atriale si è dimostrata terapia efficace e sicura nella prevenzione dell'ictus; questo è dimostrato sia da numerosi studi clinici – da ultima un'analisi di più studi con oltre 2000 pazienti - sia dai risultati che personalmente verifico nei pazienti da me impiantati. Ricordo che attualmente trattiamo solamente pazienti ad altissimo rischio,ossia in fibrillazione atriale a rischio di ictus che però hanno controindicazioni alla terapia anticoagulante; a loro e ai loro familiari questa terapia ha ridato grande speranza”. E la signora Tecla Grossano di Negrar, impiantata più di due anni fa, conferma che l'intervento ha determinato una svolta e le ha portato benefici concreti anche sotto il profilo psicologico. Ricorda, per esempio, che a fronte di episodi piuttosto frequenti di fibrillazione atriale ed essendo assolutamente controindicata all'assunzione di anticoagulanti, viveva in un perenne stato d'ansia e ricorreva di frequente al Pronto Soccorso. L'impianto la ha rassicurata e ora vive tranquillamente anche gli episodi di fibrillazione atriale che, occasionalmente, si manifestano, ma che non la impressionano più. Tecla sente che l'alleato salva-cuore con il quale convive ha scongiurato il rischio di ictus e questo le fa vivere senza apprensione la  quotidianità che, lo ribadisce con soddisfazione, “è normale e senza limitazioni di sorta”. (CARLOTTA DONNINI)

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