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Antistaminico ‘ok' in età pediatrica“Farmaco efficace ma con cautela”

Maria Rita Montebelli
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Gli antistaminici sono, secondo i dati di una ricerca OsMed 2014, tra i farmaci più comunemente venduti in età pediatrica bambini a livello mondiale e sono considerati efficaci e sicuri anche per i bambini molto piccoli. Ma sono pochi gli studi sul loro utilizzo in età pediatrica, e per tale motivo è di fondamentale importanza che i pediatri ne conoscano le caratteristiche, le indicazioni cliniche e gli effetti collaterali più importanti. È stato questo uno dei focus della prima edizione del Congresso Internazionale dell'Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici Waidid, che ha visto riuniti a Milano circa 600 medici e oltre 100 relatori. “L'istamina è un importante mediatore chimico – afferma Maria Francesca Patria, responsabile dell'ambulatorio di allergologia e pneumologia pediatrica dell'Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura della Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico dell'Università di Milano - che gioca un ruolo chiave nell'eziopatogenesi della risposta allergica, sia in fase acuta, sia nella fase più tardiva. Al momento sono conosciuti 4 recettori per l'istamina, di cui H1 e H2 ampiamente espressi nell'uomo. Gli antistaminici H1 sono suddivisi in farmaci di prima generazione, in generale gravati da elevati effetti collaterali a carico del sistema nervoso centrale, e farmaci di seconda generazione, con minori effetti collaterali. La gran parte di questi farmaci viene metabolizzata a livello epatico”. Riguardo le indicazioni cliniche, pur essendo l'istamina il mediatore chimico fondamentale della reazione anafilattica, solo l'adrenalina viene indicata come trattamento di emergenza per tale evenienza. Gli antistaminici, infatti, anche se somministrati per via endovenosa, non hanno una rapida insorgenza di azione, non sono in grado di bloccare l'istamina una volta che questa è legata al suo recettore e quindi non sono in grado di risolvere rapidamente i sintomi più pericolosi, quali l'edema della glottide, il broncospasmo e l'ipotensione. Il ruolo degli antistaminici in terapia. Gli antistaminici giocano un ruolo chiave nella terapia di: - ORTICARIA ACUTA E CRONICA: tutte le linee guida indicano gli antistaminici, in particolare quelli di seconda generazione, come prima scelta terapeutica. In generale l'approccio terapeutico all'orticaria è di tipo ‘step-up', con la possibilità di incrementare la dose fino a quadruplicarla, senza incidere significativamente sugli effetti collaterali - DERMATITE ATOPICA: le linee guida internazionali consigliano l'uso di antistaminici solo in caso di intenso prurito, tale da provocare disturbo al sonno. In questo caso gli antistaminici di scelta sono quelli più sedativi, di prima generazione, poiché studi clinici sul bambino non hanno documentato effetti significativi sul prurito da parte delle molecole di seconda generazione - ASMA: gli antistaminici di seconda generazione giocano sicuramente un ruolo importante nella prevenzione dell'ospedalizzazione in corso di episodio asmatico acuto in soggetti affetti da rinite allergica, che, come è noto, è un significativo fattore di rischio per lo sviluppo di asma. In questi soggetti la migliore efficacia, in termini preventivi, sembra essere ottenuta grazie all'uso combinato di steroide topico e antistaminico di seconda generazione - RINITE ALLERGICA: gli antistaminici sono la terapia di scelta nella rinite allergica, malattia invalidante per scarsa qualità di vita che può comportare anche una scarsa performance scolastica e lavorativa. A livello scolastico, gli adolescenti affetti da rinite allergica non trattati farmacologicamente hanno infatti il 40% di rischio in più di essere rimandati; se gli stessi soggetti utilizzano come terapia un antistaminico sedativo di prima generazione, il rischio sale al 70%. Per tale motivo le linee guida ARIA indicano gli antistaminici di seconda generazione come prima scelta nella terapia della rinite allergica di grado lieve-moderato. Precauzioni ed effetti collaterali. “Come per tutti i farmaci – aggiunge Susanna Esposito, presidente WAidid e Direttore dell'Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura della Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico dell'Università di Milano – anche gli antistaminici possiedono effetti collaterali: le molecole di prima generazione sono in grado di elicitare importanti effetti collaterali sul sistema nervoso centrale, quali sonnolenza, fatica, difficoltà nell'apprendimento, nella memoria e nelle performance psicomotorie. Sconsigliamo l'uso degli antistaminici di prima generazione nei disturbi del sonno in età pediatrica, poiché il sonno indotto dagli antistaminici presenta un alterato pattern del ritmo sonno-veglia e i soggetti che ne fanno uso spesso presentano una significativa sonnolenza mattutina con importanti conseguenze scolastiche e lavorative”. (EUGENIA SERMONTI)

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