ZCube punta sulle start-up italiane600 mila euro per l'Open Accelerator
Parte il primo programma di accelerazione interamente italiano nel campo delle scienze della vita: Open Accelerator, questo il nome del progetto, è un percorso in 10 tappe per ricercatori, scienziati e aspiranti imprenditori, finalizzato alla selezione di 6 idee meritevoli di ricevere un investimento seed, fino a un massimo di 100 mila euro a progetto, per un totale di 600 mila euro complessivi. Il lancio del programma avviene attraverso il sito internet http://www.openaccelerator.it e il bando di call for ideas resterà aperto fino al 30 aprile 2016. La selezione si focalizzerà principalmente su proposte innovative per sistemi avanzati di somministrazione e di rilascio di farmaci oltre che tecnologie per la prevenzione e il trattamento delle patologie. Il bando prevede la selezione di un massimo di 20 progetti meritevoli di accedere al programma e le quattro macro aree d'interesse sono Drug delivery systems (tecnologie innovative per la somministrazione di farmaci che abbiano le caratteristiche adeguate per il rilascio controllato e mirato all'interno dell'organismo), Wearables (soluzioni tecnologiche e dispositivi indossabili per malattie croniche), Open source prototyping (piattaforme tecnologiche innovative quali dispositivi diagnostici professionali e applicazioni biometriche avanzate) e Big data (analisi e sfruttamento dei dati che consentano la riduzione dei costi sanitari attraverso diagnosi più efficaci e ricerca & sviluppo per l'individuazione farmaci personalizzati). “Il nostro obiettivo è fornire alle 6 start up più innovative nel campo delle Life Science in Italia, tutti gli strumenti necessari per realizzare le proprie idee, inserendole in un percorso di accelerazione che rappresenti la possibilità reale di entrare nel mercato – spiega Roberto Gradnik, consigliere incaricato per lo sviluppo di Zcube – I nostri tutor e gli esperti coinvolti si confronteranno con gli scienziati e i giovani ricercatori che vorranno mettersi in gioco per aiutarli a sviluppare il cosiddetto proof-of-concept e definire il progetto imprenditoriale”. Secondo Elena Zambon, presidente di Zambon: “Il mondo della ricerca ci spinge a sperimentare ed esplorare continuamente, per innovare e raccogliere il contributo allargato di più scienziati possibile. Anche ZCube evolve e si apre ad un nuovo strumento per fornire supporto concreto a coloro che hanno buone idee innovative, ma non dispongono delle necessarie competenze e risorse per sviluppare delle start up. Il progetto Open Accelerator rappresenta per noi, quindi, un ulteriore investimento anche nella ricerca italiana e spero sia un'iniezione di fiducia per tutti i nostri validi ricercatori e studenti universitari. Giovani coraggiosi, pronti ad ‘intraprendere' per dare un'accelerazione alla realizzazione di nuovi progetti, che nascono dall'incontro del mondo digitale con le scienze della vita. Un campo ancora molto inesplorato in Italia che potrà aiutare a rivoluzionare il settore della salute anche in termini di sostenibilità del sistema”. Il campus Open Zone di Bresso che ospita il percorso di accelerazione è un'area scientifica che rappresenta l'incontro tra impresa e territorio e un luogo dove le conoscenze sono condivise tra più partner del settore Life Science per favorire innovazione, sinergia e sviluppo. Il percorso di accelerazione è rivolto a ricercatori e scienziati che hanno l'ambizione di fare ricerca traslazionale e la parte didattica sarà composta da nove momenti di apprendimento e di condivisione degli elementi base di un modello di business, secondo la consolidata metodologia di business model canvas già adottata dalla National Science Foundation (NSF) e dal National Institute of Health (NIH) negli Stati Uniti. L'ultima e decima tappa è il Pitch Day, durante il quale i team presenteranno l'intero percorso del loro progetto, e riceveranno i commenti finali da parte del Comitato Scientifico che deciderà su quali progetti investire. Open Accelerator è una ‘palestra' per ricercatori-imprenditori prima che affrontino la sfida della raccolta di più importanti capitali da venture capital istituzionali. (MARTINA BOSSI)