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E' dopo l'estate che arriva la brutta stagione del cuore

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I fattori di rischio per le malattie di cuore vanno in vacanza in estate, ma tornano alla grande in inverno

Maria Rita Montebelli
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Si mormorava da tempo, ma adesso è una certezza: anche l'infarto ha la sua stagionalità, e quella, almeno nel nostro emisfero, ce la stiamo lasciando alle spalle. Uno studio presentato al congresso della Società Europea di Cardiologia dimostra che i fattori di rischio per malattie cardiovascolari (ipertensione, circonferenza vita e colesterolo totale) si impennano in inverno (i mesi neri sono gennaio e febbraio) e calano in estate (da giugno ad agosto, i mesi d'oro). Lo studio ha utilizzato dati sui fattori di rischio cardiovascolari in 107.000 persone appartenenti a 7 nazioni; tra questi anche quelli relativi a 18.370 italiani. La pressione – spiega il dottor Pedro Marques-Vidal, un ricercatore svizzero autore dello studio – in inverno tende ad essere in media 3,5 mmHg più alta che in estate, che può sembrare poco ma non lo è. Basti pensare che l'impatto dei fattori genetici sulla pressione è al massimo di 2-3 mmHg”. Anche il punto vita in inverno tende ad allargarsi, di 1 centimetro buono rispetto all'estate, senza però che si modifichi l'indice di massa corporea (BMI). Infine, il colesterolo totale nella brutta stagione è in media 10 mg/dl più alto che in estate, probabilmente per l'alimentazione più ricca di grassi e per le abbuffate di dolci delle festività. Questa esplosione dei fattori di rischio in inverno spiegherebbe dunque perché l'infarto e le altre malattie cardiovascolari mietono più vittime durante i mesi invernali. La conclusione del dottor Marques-Vidal è quasi scontata: “è necessario fare tutti gli sforzi possibili per continuare a fare esercizio fisico e mangiare in modo più salutare anche durante i mesi invernali, se abbiamo a cuore la nostra salute”. E dunque, cibi light, jogging all'aperto e palestra per tutti il prossimo inverno! (LAURA MONTI)

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