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Ricerca: i timori, scienza in un limbo con shutdown Usa

Roma, 22 gen. (AdnKronos Salute) - Anche scienziati e ricercatori si trovano a fare i conti con lo shutdown negli Stati Uniti, dopo il mancato accordo nel weekend tra Repubblicani e Democratici. Il Senato è convocato per le 12 (ora locale) di oggi per pronunciarsi su un provvedimento temporaneo mirato a 'sbloccare' la situazione, ma intanto la scienza e la ricerca nel Paese rischiano di finire in un limbo, avverte 'Nature'. Come risultato dell'impasse, a migliaia di ricercatori federali è stato infatti ordinato di rimanere a casa, ed è stato impedito l'accesso a e-mail e telefoni governativi. Ciò costringerà molte agenzie a contare solo su un piccolo numero di dipendenti "essenziali", interrompendo la ricerca federale su tutti i fronti, dal manto nevoso che ricopre gli Stati Uniti occidentali al funzionamento del cervello. I National Institutes of Health (Nih) e la National Science Foundation (Nsf) smetteranno di gestire le sovvenzioni, privando così - anche se temporaneamente - alcuni ricercatori accademici di finanziamenti cruciali. E perfino la Nasa potrebbe essere costretta a ritardare il lancio di veicoli spaziali sviluppati nel corso di anni. Ma la cosa peggiore di tutte, sostengono molti ricercatori, è che "non c'è alcun elemento chiaro su quando" lo shutdown finirà, come sostiene 'Nature' in un focus sulla vicenda. Repubblicani e Democratici al Congresso stanno continuando a negoziare un accordo, ma i progressi sono lenti. E l'ultimo shutdown governativo, nell'ottobre 2013, è durato 16 giorni, ritardando alcuni cicli di finanziamento di 6 mesi o più e interrompendo un numero incalcolabile di esperimenti accuratamente pianificati. "Ci sentiamo come se non ci fosse molto che possiamo fare - spiega un ricercatore dei Nih rimasto anonimo - e ciò è molto frustrante". Stesso sentimento per Bryan Jones, neuroscienziato dell'University of Utah a Salt Lake City, che ha una domanda aperta per un grant all'esame proprio dei Nih. Per lui lo stop governativo si tradurrà in un ritardo e in un 'congelamento' temporaneo di alcuni dipendenti. "Nella prospettiva di uno scienziato è dannoso. Siamo arrabbiati, ma i Nih stanno facendo quello che possono", riconosce Jones. Persino alla Nasa temono che lo stop possa ritardare il lancio della Parker Solar Probe, una sonda studiata per monitorare l'attività solare.