Partecipazione civica in sanitàUn'indagine di Cittadinanzattiva
Il progetto biennale ‘Consultazione sulla partecipazione civica in sanità' compie un passo in avanti iniziando la raccolta di informazioni sul coinvolgimento dei cittadini nell'ambito sanitario
Venerdì 4 maggio è partita l'indagine qualitativa di Cittadinazattiva mirata a raccogliere e analizzare le pratiche di democrazia partecipativa attivate lungo l'intero ciclo delle politiche pubbliche – messe quindi in atto da regioni e amministrazioni nazionali - al fine di individuarne i punti di forza e le criticità. Tale iniziativa fa parte del progetto ‘Consultazione sulla partecipazione civica in sanità', realizzato da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, con il contributo non condizionante di Novartis. L'obiettivo è quello di favorire un maggior empowerment e coinvolgimento dei cittadini nell'ambito sanitario. La partecipazione civica rappresenta da sempre un elemento strategico del Servizio sanitario nazionale, e punto cardine per atti e strategie internazionali come la Dichiarazione di Alma Ata, la Carta di Bangkok, la Conferenza globale sulla promozione della salute di Nairobi; nonostante questo esistono ancora barriere che impediscono ai cittadini di apportare contributi alle diverse fasi di cui si compone il ciclo delle politiche pubbliche. Negli ultimi anni hanno iniziato a farsi strada alcuni processi di coinvolgimento dei cittadini, ma molta strada c'è ancora da fare perché la partecipazione dei cittadini alle politiche sanitarie divenga fattiva ed effettiva. “La partecipazione dei cittadini è l'ingrediente indispensabile per qualificare le politiche socio-sanitarie pubbliche. Non è un vezzo o un modo come un altro per generare consenso o tacitare possibili proteste, ma una necessità reale che serve innanzitutto alle nostre amministrazioni per creare servizi su misura e rispondenti ai reali bisogni e priorità delle persone - commenta Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato e di Cittadinanzattiva - La partecipazione civica non si limita a dare trasparenza alle scelte, ma concorre ad esempio a identificare i bisogni e definire le priorità, a ridurre il rischio di decisioni errate, a misurare i risultati e ad implementare le decisioni assunte. Valorizzare il protagonismo dei cittadini è una opportunità da cogliere per le amministrazioni e non una cosa di cui aver paura. E' indispensabile a maggior ragione in questo momento storico, che chiama le istituzioni ad assumere decisioni su aspetti vitali come l'erogazione delle cure, il mantenimento della salute delle persone e la tutela di un bene comune come il nostro Servizio sanitario nazionale. E' per queste considerazioni che abbiamo promosso ed elaborato un progetto dedicato alla partecipazione civica per fornire strumenti pratici e condivisi da cittadini e amministratori per una vera e autentica partecipazione in ogni fase delle politiche pubbliche. E abbiamo deciso di farlo con un gruppo di esperti del tema e a partire da esperienze già praticate nel nostro paese”. Tali esperienze dovrebbero presentare alcune caratteristiche: a) i cittadini vengono coinvolti dalle istituzioni, e la titolarità e la responsabilità dell'esito del coinvolgimento restano delle istituzioni; b) non possono prescindere dall'uso del confronto informato, argomentato e ragionevole; c) prevedono l'inclusione di tutti i soggetti interessati dall'oggetto della pratica, e dei loro punti di vista; d) riguardano tutte le fasi del ciclo delle politiche pubbliche e non solo la fase deliberativa, ovvero possono riguardare l'agenda, la decisione, l'implementazione e la valutazione. Avvalendosi della metodologia delle consultazioni, il progetto dovrebbe produrre un documento contenente indicazioni operative per il superamento degli ostacoli alla partecipazione utili a tutti coloro che sono chiamati a qualificare la partecipazione civica in sanità. Nel biennio 2018-2019 il progetto si articola nelle seguenti quattro fasi operative: 1) costituzione di un comitato scientifico, composto da rappresentanti di Associazioni civiche e di pazienti, operatori della sanità, istituzioni, enti di ricerca/Università ed esperti che operano sul tema; 2) analisi dello scenario, a partire dal quadro normativo di riferimento a livello nazionale e regionale; rintracciando elementi qualificanti e principali ostacoli identificati nella letteratura nazionale e internazionalesul tema; 3) indagine qualitativa, utile ad approfondire le pratiche di democrazia partecipativa intese come esperienze di coinvolgimento, in termini di espressione e/o di azione, dei cittadini singoli o associati nei processi di decisione e/o di azione delle istituzioni; 4) evento di consultazione con il diretto coinvolgimento di un centinaio tra referenti civici, delle istituzioni e stakeholder rilevanti. (MATILDE SCUDERI)