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Lanciato a Milano Jlabl'incubatore di startup

In occasione dell'evento organizzato da Janssen ‘Innovation in Italy'è stato presentato lo strumento che aiuterà giovani startupper a concretizzare idee innovative a favore dei malati

Maria Rita Montebelli
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Lanciato negli scorsi giorni a Milano Jlab, l'incubatore d'impresa di Johnson & Johnson Innovation, durante l'evento organizzato da Janssen, ‘Innovation in Italy' che ha visto riuniti Startupper, legali attivi in ambito brevetti e diritto societario e esperti in technology transfer e venture capital. Jlab ha aperto recentemente una sede europea a Beerse in Belgio, nello storico campus di ricerca & sviluppo di Janssen, dove il dottor Paul, suo fondatore e uno dei più importanti innovatori del 20° secolo, stabilì la prima sede dell'azienda. Sbarca ora in Italia con la competizione “Quickfirechallenge” aperta ai soli innovatori in Europa, che premierà l'idea più brillante volta a migliorare la salute e il benessere dei pazienti in uno dei seguenti ambiti: farmaceutico, medicale, tecnologie sanitarie, salute pubblica. La competizione si chiuderà il 15 giugno 2018, il vincitore avrà la possibilità di realizzare il proprio progetto grazie al contributo di Jlab.“Una strategia che parte da lontano con una visione mondiale sulla ricerca. Nel nostro ‘Credo' c'è un paziente che sta aspettando, per questo il gruppo ha lanciato J&J innovation e ora Jlab, un incubatore di start-up fondamentale - ha commentato durante l'evento Massimo Scaccabarozzi, presidente e amministratore delegato di Janssen Italia e presidente di Farmindustria - Per l'Italia rappresenterà un'occasione fondamentale per il settore della salute e della ricerca. Lo scopo è scovare le idee più innovative e aiutare i giovani startupper a concretizzarle, non necessariamente fornendo un contributo economico, ma anche solo la nostra expertise, per rendere questi progetti qualcosa d'importante per i malati. La ricerca farmaceutica ha dei tempi molto lunghi, ci vogliono circa 12 anni per lo sviluppo di un nuovo farmaco. Un tempo il settore ricerca e sviluppo era appannaggio esclusivo dei laboratori ma negli anni questa strategia si è andata esaurendo. Quindi, si è guardato all'esterno e si è passati al modello open innovation, dislocando le attività di ricerca. Ora, siamo in una terza fase che guarda al network. La nostra azienda si rivolge solo all'innovazione pura, siamo alla ricerca di idee nuove, rivoluzionarie, siamo orientati al progresso”. (MATILDE SCUDERI)

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