Ripa di Meana: “L'Ssn è in salvo,ora servono risorse per il futuro”
Il presidente della Fiaso apre la Convention del management della sanità, rivendica il ruolo delle aziende a garanzia del diritto alla salute: "A distanza di tanti anni possiamo dire che le Cassandre avevano torto, siamo ancora vitali"
“Quarant'anni fa in questi giorni si discuteva il testo finale della legge 833 istitutiva del nostro Ssn e venticinque anni fa le vecchie Usl venivano sostituite dalle Aziende sanitarie. A distanza di tanti anni possiamo dire che le Cassandre avevano torto: siamo ancora vitali, spendiamo meno di tutti gli altri Paesi paragonabili al nostro, siamo sempre ai primi posti delle classifiche per universalità e qualità delle cure e abbiamo il minor numero di letti per abitante perché abbiamo radicalmente mutato la nostra produzione, puntando su mininvasività degli interventi e continuità assistenziale”. Così il presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere Fiaso Francesco Ripa di Meana rivendica il ruolo delle aziende a garanzia del diritto alla salute in apertura della prima grande convention del management della sanità, organizzata dalla stessa Federazione per il ventennale della sua fondazione. “Una occasione per fare il tagliando al nostro Ssn e raccogliere spunti utili alla sua messa in sicurezza”. “Le aziende hanno raggiunto i 25 anni di vita, più del doppio delle Usl che avevano messo a repentaglio la stessa tenuta del Ssn. L'aziendalizzazione ha invece contribuito in modo determinante alla solidità economica del sistema, che costa il 20 per cento in meno di quelli europei, salvaguardando la qualità e mantenendo la barra dell'universalismo”. “Nonostante questo – aggiunge Ripa di Meana - periodicamente i direttori generali delle aziende vengono accusati di contiguità con la politica. Ma noi siamo scelti dalla politica regionale che rappresenta la proprietà pubblica e di questo siamo orgogliosi, al pari della nostra autonomia e per questo vogliamo essere valutati per i risultati di gestione rispetto agli obiettivi che la proprietà ci affida”. Obiettivi che dipendono dal mantra “del fare meglio con meno - sintetizza Ripa di Meana, che poi specifica - il governo del farmaco si fa più stringente anche a livello locale; lo shift tra diversi setting assistenziali ha portato a una riduzione dei ricoveri inappropriati e dei relativi posti letto; la diffusione delle reti hub&spoke ha cambiato il profilo di intensività di molte pratiche cliniche; i percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali (Pdta) hanno consentito una migliore presa in carico del paziente, garantendo al contempo maggiore appropriatezza delle prestazioni”. Ma la convention, con i suoi tremila partecipanti, 170 aziende sanitarie e ospedaliere, 14 associazioni di middle management e 50 imprese partner oltre che momento di confronto è anche occasione per ripercorrere il ruolo di Fiaso in questi venti anni di aziendalizzazione della sanità. “Fiaso nasce perché con le aziende serviva anche la capacità di comprendere le molte culture manageriali e perché soprattutto serviva quel dono non sempre presente che è la leadership”, racconta il suo presidente. Venti anni che Ripa di Meana suddivide in due fasi, “quella dall'autonomia aziendale e del management creativo e quella della piena responsabilizzazione regionale, che è andata di pari passo con la crisi finanziaria e che ha visto le aziende ancora più protagoniste del cambiamento, pur in una cornice regionale più forte”. Una trasformazione che ha coinciso con la valorizzazione di livelli maggiormente diffusi di responsabilità rispetto al modello monocratico originario e che Fiaso ha saputo cogliere, tra l'altro, istituendo il forum del middle management, che presenterà le sua attività nel corso della convention. “Oggi con i bilanci in pareggio e la qualità delle cure migliorata possiamo dirlo a gran voce: ce l'abbiamo fatta a salvare il Servizio sanitario nazionale e gran parte del merito va a chi è presente a questa convention. Ma se non ci dotiamo di un progetto per il nostro futuro, non allochiamo nuove risorse per questo futuro, allora tutto lo sforzo di questi anni potrebbe andare sprecato. E questo assolutamente non lo vogliamo”. “Per questo - aggiunge il presidente Fiaso - chiediamo con forza che il Fondo sanitario non sia sottofinanziato, perché abbiamo bisogno di nuove assunzioni e nuovi contratti, oltre che di un ricambio delle tecnologie obsolete. Ma nello stesso tempo - conclude - si metta fine alla deligittimazione delle aziende sanitarie e della loro dirigenza pubblica, investendo invece nel management sanitario affinchè trovi nella competenza la sua vera fonte di legittimazione”. (EUGENIA SERMONTI)