COME STANNO LE RAGAZZE?

‘Benessere’ vuol dire ‘famiglia’ma attenzione alla propria salute

Maria Rita Montebelli

Cosa vuol dire ‘benessere’ per le donne? Stando alla ricerca ‘Women’s wellbeing index’, realizzata da Kantar Millward Brown per conto di Gedeon Richter, vuol dire ‘salute in famiglia’, poi ‘stabilità economica’ e ‘stile di vita’. Lo studio ha coinvolto 7 mila donne tra i 16 e i 59 anni, in 7 Paesi - Francia, Germania, Italia, Portogallo, Spagna, Svezia e Regno Unito - prendendo in considerazione tutti i più importanti aspetti della vita che condizionano il benessere femminile: famiglia, relazioni interpersonali, intimità, carriera, consapevolezza sulla propria salute,  situazione economica. Family first! Ma la salute? I risultati, resi noti in occasione del Congresso nazionale delle società scientifiche di ginecologia e ostetricia Sigo-Aogoi-Agui, che si è tenuto negli scorsi giorni a Roma, - disponibili sul sito web www.caringforwomen.eu - parlano chiaro: ‘family first’ per le italiane e le europee - rispettivamente 84 per cento e 82 per cento - che antepongono la salute dei propri cari alla cura di sé. Mentre l’81 per cento delle intervistate dichiara di prendersi cura della famiglia, solo il 61 per cento presta attenzione ai segnali del proprio corpo e si rivolge al ginecologo in caso di problemi di salute. La percentuale si abbassa ulteriormente se si considerano i disturbi legati al ciclo mestruale: ne soffre 1 italiana su 4 in età fertile, ma più della metà (58 per cento) li accetta in maniera quasi ineluttabile, ritenendo che siano normali nella vita di una donna. Il 70 per cento delle intervistate preferisce cercare autonomamente informazioni sulla salute piuttosto che rivolgersi tempestivamente al medico, e solo poco più del 50 per cento dichiara di sottoporsi a screening con cadenza regolare: le più virtuose sono spagnole, italiane e tedesche, le meno attente, le svedesi. “Prendersi cura degli altri, soprattutto dei familiari, è la forza trainante nella vita delle donne. In molti casi, però, questa devozione porta a trascurare la propria salute - dichiara Maria Giovanna Labbate, country manager di Gedeon Richter Italia, commentando i risultati della ricerca - Questa indagine conferma il dato negativo che un elevato numero di donne è indifferente ai segnali del corpo e sottostima alcuni disturbi, pensiamo al fibroma uterino o ai sintomi della menopausa, nonostante compromettano notevolmente la qualità di vita. Con questa indagine, Gedeon Richter, azienda fortemente impegnata alla protezione della salute femminile nelle diverse fasi della vita, ha voluto richiamare l’attenzione proprio sull’importanza di prendersi cura seriamente della salute delle donne, e, più in generale, del loro benessere complessivo, compreso quello sociale e mentale”. Le donne italiane. Dalla ricerca emerge un buon livello di soddisfazione delle italiane sullo stato di benessere generale (punteggio di 64 su una scala da 1 a 100), leggermente inferiore alla media europea dove primeggiano portoghesi e spagnole. Ci sono tuttavia delle contraddizioni: il 54 per cento delle intervistate si sente affermata nel lavoro, anche se solo il 44 per cento è soddisfatta del proprio stipendio. La maggior parte delle donne dichiara di riuscire a trascorrere un tempo sufficiente con la propria famiglia (78 per cento), ma solo una minoranza crede sia facile coniugare famiglia e lavoro (30 per cento). In media, le italiane dedicano il 40 per cento del loro tempo alla gestione familiare e alla cura della casa, il 27 per cento al lavoro. Hanno, invece, poco tempo (20 per cento) da dedicare a se stesse e ai propri interessi. Le relazioni sociali e la vita intima influenzano il benessere delle donne meno della famiglia e dello status economico, o addirittura dell’aspetto fisico. Il 74 per cento delle italiane dichiara di amare il proprio partner ma solo il 56 per cento è soddisfatta della propria vita sessuale. Per quanto riguarda l’aspetto esteriore, all’incirca il 50 per cento delle donne di tutti i Paesi presi in esame è soddisfatta del proprio look; 2 donne su 3 si sforzano di seguire una dieta salutare, ma solo il 43 per cento pratica attività fisica regolare. Contraccezione e ciclo mestruale. L’indagine ha realizzato un focus sui temi di maggior interesse legati alla salute femminile: al primo posto si colloca la contraccezione, in particolar modo per le giovani donne tra i 16 e i 28 anni, per le quali la regolarizzazione del ciclo mestruale è più importante del bisogno di una protezione sicura ed efficace per evitare gravidanze indesiderate. Dopo la scelta della contraccezione, i problemi correlati al ciclo rappresentano la seconda questione di maggior interesse. 2 donne su 3 tra i 25 e i 50 anni soffrono di almeno un sintomo - dolore mestruale, ciclo abbondante - che potrebbe far sospettare la presenza di un problema di salute, ad esempio un fibroma uterino. Per quasi 1 donna su 4, i disturbi del ciclo impattano negativamente sulla vita quotidiana; 1 donna su 10 è costretta addirittura a rimanere a casa durante le mestruazioni. Ciononostante, il 47 per cento delle italiane e il 44 per cento delle europee che vive fastidi e disagi, dichiara di poterci convivere e li accetta senza consultare un medico, tant’è che, nel caso specifico dei fibromi uterini, solo 1 donna su 10 tra i 25 e i 50 anni riceve una diagnosi, a fronte di una prevalenza stimata del 40 per cento. Menopausa. La menopausa rappresenta il terzo argomento per ordine di importanza, soprattutto per le donne più adulte (40-55 anni). Ciò che spaventa sono i rischi per la salute (43 per cento), piuttosto che l’impatto sulla femminilità (29 per cento) o la vita sessuale (28 per cento). Il 75 per cento delle italiane soffre di almeno un sintomo della menopausa; tra le conseguenze più temute: l’aumento di peso (41 per cento), i disturbi del sonno (24 per cento), l’osteoporosi (24 per cento), la depressione (21 per cento). A dispetto dei timori per i rischi sulla salute, solo il 54 per cento delle donne sintomatiche si è rivolto al ginecologo, ritenendo che la menopausa rappresenti un processo naturale e che non richiedaun intervento medico. (MATILDE SCUDERI)