Giornata mondiale dei poverila solidarietà ai più emarginati
Un presidio sanitario instituito a piazza San Pietro a Roma da medici del Vaticano, del Gemelli edi Tor Vergata ha monitorato per una settimana le condizioni di salute dei più bisognosi. Ecco il bilancio del professor Massimo Andreoni
Persone ai margini della società, generalmente di mezza età, prevalentemente italiani: questo è oggi l'identikit delle persone che oggi si trovano costrette a vivere ai margini della società, persone che - per le condizioni di vita che conducono - non hanno nessuno a cui rivolgersi per controllare le proprie condizioni di salute, a differenza del resto della popolazione che può ricorrere al medico di base o alla strutture pubbliche. È dedicata a questa particolare fascia di popolazione un'iniziativa che ha preceduto la seconda 'Giornata mondiale dei poveri', indetta da papa Francesco a conclusione del Giubileo della Misericordia e organizzata dal Pontificio Consiglio Vaticano per la Nuova Evangelizzazione, ovvero l'allestimento di un presidio sanitario destinato ai bisognosi in Piazza San Pietro. Diversi medici del Vaticano, ma anche del Policlinico Gemelli e del Tor Vergata, hanno erogato gratuitamente prestazioni mediche in diverse aree, offrendo un aiuto concreto a una popolazione fragile, troppo spesso lasciata ai margini della nostra società. “Come ci aspettavamo abbiamo trovato un gran numero di infezioni respiratorie e cutanee, frutto di una vita condotta spesso in situazioni ambientali complicate. Sono state riscontrate anche altre infezioni croniche che purtroppo incidono molto su questa popolazione: solo nel primo giorno abbiamo infatti trovato 4 casi di infezione da virus dell'epatite C in stato avanzato su 35 test effettuati, più del 10 per cento insomma – ha commentato il professor Massimo Andreoni, a capo dell'unità di Malattie infettive del Policlinico Tor Vergata che, grazie al sostegno di Gilead Sciences, si è occupato delle visite e degli esami nell'area delle malattie infettive - Se queste persone fossero rimaste inconsapevoli dell'infezione, la malattia si sarebbe evoluta in casi avanzati di cirrosi o addirittura in epatocarcinoma. Questo ci dà molta soddisfazione, perché vuol dire permettere a persone che normalmente sfuggono a controlli a causa di una certa diffidenza nei confronti di strutture sanitarie pubbliche di avviare un iter terapeutico semplice ed efficace. Mostrando che non vengono lasciati soli, si crea in loro la disponibilità a rivolgersi ad altre strutture sanitarie”. ”Siamo profondamente convinti chi ne ha bisogno debba avere l'opportunità di accedere alle cure a prescindere da dove si trovi e dalle risorse economiche di cui dispone - sottolinea Valentino Confalone, general manager di Gilead Sciences - L'iniziativa dei presidi sanitari della settimana del povero è stata per noi una concreta opportunità per mettere in pratica questo principio”. (MATILDE SCUDERI)