Cerca
Logo
Cerca
+

Approccio mininvasivo nella chirurgia generale

I progressi tecnologici consentono sempre più interventi chirurgici, migliorando i tempi di ripresa e riducendo l'invasività: grazie alla laparoscopia mininvasiva si può operare all'interno dell'addome con incisioni di pochi millimetri

Maria Rita Montebelli
  • a
  • a
  • a

Si chiama chirurgia laparoscopia mininvasiva la tecnica chirurgica che permette di operare all'interno dell'addome utilizzando piccole incisioni di soli alcuni millimetri. “La laparoscopia - spiega il professor Valerio Papa, responsabile dell'Unità Operativa Complessa di Chirurgia Generale dell'Ospedale San Carlo di Nancy di Roma - viene utilizzata per il trattamento di patologie benigne e maligne a carico di colecisti, giunto esofago-gastrico (ad esempio per il trattamento dell'ernia iatale), stomaco, colon-retto, fegato, pancreas e milza”. La metodica è talora proposta anche per la diagnosi e la cura di alcune urgenze chirurgiche, ad esempio in caso di peritoniti e occlusioni intestinali, e per ottenere una diagnosi istologica e una migliore stadiazione di alcune patologie oncologiche (in particolare per effettuare biopsie in caso di neoplasie non resecabili o patologie non definite con altri esami diagnostici). La procedura prevede l'utilizzo del laparoscopio, un sottile strumento ottico di 5-10 millimetri che viene introdotto in cavità addominale attraverso una piccola incisione di circa 1 centimetro, con il quale si visualizza su monitor ad alta definizione (con tecnologia 3D o 4K) l'interno dell'addome con i suoi organi. Altre piccole incisioni vengono quindi effettuate per consentire l'introduzione degli strumenti chirurgici miniaturizzati controllati dall'esterno dalle mani dell'operatore e degli assistenti (in alternativa alle mani in chirurgia tradizionale). La laparoscopia mini-invasiva rappresenta il fiore all'occhiello dell'attività dell'Unità Operativa di Chirurgia Generale dell'Ospedale San Carlo di Nancy, che da 15 anni la propone ai propri pazienti. I vantaggi della metodica sono diversi. La tecnica, infatti, riduce il trauma sulla parete addominale e il dolore post-operatorio, consente di evitare vistose cicatrici e limita il rischio di infezioni dovute alla contaminazione con l'ambiente. Altri importantissimi vantaggi del decorso post-operatorio sono una più precoce ripresa delle attività fisiologiche (alimentazione orale e canalizzazione intestinale) ed una significativa riduzione della degenza post-operatoria: la permanenza in ospedale dopo un intervento chirurgico mini-invasivo è fino a tre volte inferiore rispetto alla chirurgia tradizionale e la ripresa delle normali attività lavorative e sociali è anticipata. “Per quanto riguarda l'ambito oncologico – aggiunge l'esperto – la metodica chirurgica di tipo mini-invasivo viene sempre integrata in un percorso di gestione multidisciplinare del paziente. L'Ospedale San Carlo di Nancy vanta infatti un approccio al paziente che include diversi figure specialistiche (chirurgo, oncologo medico, oncologo radioterapista, radiologo, anatomo-patologo, nutrizionista, psicologo) che insieme valutano il singolo caso clinico e definiscono la migliore strategia terapeutica per lo stesso”. (EUGENIA SERMONTI)

Dai blog