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Tumori. Cure tradizionali e anche terapie integrate?

Un tema complesso e delicato, sul quale si è voluto aprire un dibattito: Quanto cambia la qualità della vita di un paziente oncologico se alle cure tradizionali vengono associate terapie integrate?

Maria Rita Montebelli
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Istituto Superiore di Sanità non solo qualificato (e qualificante!)  ospite: grazie ai numerosi interventi dei suoi ricercatori  e dei direttori di Dipartimento ha dato un significato contributo alla riuscita di un congresso  articolato in due giornate dense di contributi scientifici e testimonianze di risultati lusinghieri, compresi quelli presentati  dai componenti dell'Associazione Ricerca Terapie Oncologiche Integrate (ARTOI) che ha condiviso con l'ISS la promozione e l'organizzazione dell'evento seguito da oltre 200 persone giunte da tutta Italia. I numerosi interventi, in particolare dei ricercatori stranieri, hanno documentato la validità delle terapie integrate in campo oncologico che consistono nell'accompagnare alle tradizionali cure chirurgiche, chemio e radioterapiche l'uso di sostanze naturali – ben note dalla medicina tradizionale di molti Paesi sia di cultura occidentale che orientale – per mitigare l'effetto, a volte molto pesante,  della terapia tradizionale  dando ai pazienti trattati una migliore qualità della vita.   I ricercatori di base insieme a quelli clinici, sia italiani che stranieri, hanno documentato in maniera convincente che molte molecole di origine naturale ormai purificate e perfettamente caratterizzate hanno anch'esse attività  di sostegno del sistema immunitario e in alcuni casi anche antitumorale: le accomuna un meccanismo particolare, e cioè che queste molecole hanno attività ‘apoptotica' – inducono la morte cellulare – sulle cellule tumorali. “Utilizzate sulla base del loro meccanismo di azione studiato con le più moderne tecniche di biologia molecolare possono essere un valido supporto per la qualità della vita dei pazienti oncologici –  afferma il prof. Giampietro Ravagnan dell'Università Cà Foscari di Venezia, socio dell'ARTOI (nella foto) – e possono dare ai clinici un ulteriore supporto anche nel controllo della progressione della malattia o nella prevenzione delle ricadute a distanza”.   Professor Ravagnan, quali sono le molecole più promettenti per questo ruolo?   Curcumina, sulforafano, polidatina (glucoside naturale del resveratrolo) e l'emoidina dell'Aloe sono le molecole più studiate, ma altre si affacciano alla ribalta – vedi il ruolo del microbiota intestinale, il rischio dell' obesità grave per il cancro dell'intestino che è definita ormai come una patologia da infiammazione cronica sono fattori da considerare con grande attenzione – straordinarie le possibilità della radiochirurgia  e della ipertermia in un approccio integrato che pone la qualità della vita del paziente al centro dell'attenzione di un lavoro di equipe di medici e personale specializzato nelle terapie riabilitative.   Che cosa bisogna considerare per incentivare questo approccio?   Superare gli schemi, riconsiderare le attività delle molecole naturali e infine i costi complessivi; un paziente che può sopportare con minore disagio ed una buona qualità complessiva della vita la terapia oncologica certamente costa di meno al SSN. (LARA LUCIANO)

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