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ASCO: buone notizie per le donnecon il tumore del seno metastatico

Gli ultimi dati confermano sette mesi di sopravvivenza globale sia con l'immunoterapico atezolizumab sia con pertuzumab nelle donne con tumore al seno metastatico triplo negativo (mTNBC), positive al biomarcatore PD-L1

Maria Rita Montebelli
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In occasione del congresso annuale ASCO 2019, appena conclusosi a Chicago Roche ha presentato gli abstract di nuovi studi e aggiornamenti relativi al trattamento del tumore al seno metastatico, inclusi il carcinoma mammario triplo-negativo PD-L1-positivo e il carcinoma mammario HER2-positivo. I dati presentati comprendono i risultati della seconda analisi ad interim della sopravvivenza globale (OS) dello studio di fase III IMpassion130 sull'immunoterapico atezolizumab in associazione alla chemioterapia per il trattamento iniziale (prima linea) di pazienti con tumore al seno triplo-negativo localmente avanzato non resecabile o metastatico (TNBC). Questi dati sanciscono l'ingresso della prima immunoterapia nel trattamento del carcinoma mammario, confermando l'efficacia di atezolizumab nel trattamento del mTNBC, e aprendo nuove opportunità per la pratica clinica. Ad oggi infatti non esistono altri dati da studi di fase III conimmunoterapici anti PD-(L)1 nel trattamento di questo tipo di tumore. Inoltre, per il carcinoma mammario HER2-positivo, sono stati anche presentati i risultati dell'analisi finale dello studio di fase III CLEOPATRA, in cui sono stati valutati l'efficacia a lungo termine e la sicurezza di pertuzumab in associazione con trastuzumab e chemioterapia con docetaxel nelle pazienti con carcinoma mammario metastatico (mBC) HER2-positivo non trattato in precedenza. “Ci siamo impegnati per trasformare lo standard di cura nel tumore al seno per oltre 20 anni - spiega Anna Maria Porrini, direttore medico di Roche Italia - Ne è testimonianza la storia di trastuzumab, un anticorpo che ha modificato il paradigma di trattamento del carcinoma mammario HER2+. I traguardi raggiunti da questa terapia sono stati migliorati ulteriormente dall'utilizzo combinato con pertuzumab, un anticorpo anti-HER2, sia in fase precoce che avanzata e che oggi dimostra un ulteriore beneficio per le pazienti.  Nel tumore al seno di tipo triplo negativo metastatico abbiamo oggi ulteriori conferme di efficacia e sicurezza dell'immunoterapico atezolizumab nel primo studio positivo di fase III in questo ambito, mentre continuiamo a studiare questa molecola in un esteso programma di sviluppo clinico sia in fase di malattia precoce che metastatica. Portiamo avanti il nostro impegno nel trattamento del tumore al seno con l'ambizione di offrire a chi ne è affetto soluzioni terapeutiche sempre più efficaci e personalizzate continuando a trasformare gli standard di cura”. “I risultati di questi studi rappresentano entrambi importanti risultati nel trattamento di due particolari tipi di tumore del seno – afferma Giampaolo Bianchini, responsabile del Gruppo Mammella presso l'Ospedale San Raffaele di Milano – In particolare, i risultati di lungo periodo dello studio CLEOPATRA sono davvero impressionanti, con un terzo delle pazienti ancora vive a 8 anni, rafforzando ulteriormente l'indicazione in prima linea di pertuzumab nelle pazienti con tumore metastatico della mammella HER2 positivo. Il follow-up aggiornato dello studio IMpassion130 conferma, invece, atezolizumab in associazione a chemioterapia come nuova opzione terapeutica per le pazienti con tumore metastatico della mammella triplo negativo in prima linea, positive al biomarcatore PD-L1. Alla luce dei dati ad oggi disponibili, non appena sarà approvato anche dagli enti regolatori in Europa, tale trattamento potrebbe rappresentare un nuovo standard di riferimento per questo specifico tipo di malattia”. Il tumore al seno triplo negativo metastatico (mTNBC) costituisce circa il 15 per cento dei carcinomi mammari e rappresenta un sottotipo di malattia molto difficile da curare. Le cellule di questo tumore infatti non presentano sulla loro superficie nessuno dei tre classici bersagli contro cui sono dirette le cure attualmente più efficaci (ER, PgR, HER2). Proprio per questa ragione le opzioni di trattamento del mTNBC sono ancora fortemente limitate, non esiste uno standard di cura comunemente accettato e la prognosi è estremamente scarsa. Un bisogno terapeutico insoddisfatto su cui Roche sta da tempo investendo attraverso la realizzazione di numerosi studi. (EUGENIA SERMONTI)

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