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Donare sangue: Celgene Italia con Avis per la sensibilizzazione

La carenza di sangue negli ospedali ha un forte impatto sulla vita delle persone che soffrono di anemia. È necessario, quindi, informare la popolazione a riguardo e dare un sostegno ai pazienti con Sindromi Mielodisplastiche e betaTalassemia

Maria Rita Montebelli
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La donazione del sangue resta un atto di grande importanza, soprattutto nei confronti di quelle patologie per le quali la trasfusione rimane ancora oggi una necessità, nonostante i progressi terapeutici che ne riducono il fabbisogno. Celgene Italia si è posto in prima linea per sensibilizzare la popolazione sulla donazione di sangue e per dare sostegno ai pazienti con Sindromi Mielodisplastiche e beta Talassemia. La Giornata mondiale del donatore di sangue è stata l'occasione per Celgene Italia e per i suoi dipendenti di proseguire con le iniziative di responsabilità sociale volte a sensibilizzare sulla donazione di sangue. L'iniziativa, aperta ai dipendenti Celgene oltre che alla cittadinanza milanese, ha dato la possibilità di effettuare una donazione di sangue, previo screening medico. ‘Dona sangue, salva la vita', è lo slogan scelto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità per la Giornata: un impegno che dovrebbe coinvolgere una cittadinanza responsabile, soprattutto in Italia, dove il numero di donazioni è in costante calo, a fronte di un fabbisogno rilevante. “La campagna Magnifico Donare, partita lo scorso 25 ottobre, ha lo scopo di sensibilizzare la popolazione in merito al fabbisogno di sangue, bene prezioso per tutti i pazienti - dichiara Jean Yves Chatelan, presidente e amministratore delegato Celgene Italia - Il nostro impegno nella Ricerca sta andando avanti per migliorare la gestione di patologie come Sindromi Mielodisplastiche e beta Talassemia, offrendo ai pazienti sempre nuove opportunità di trattamento per ridurre il peso e la dipendenza dalle trasfusioni, con l'obiettivo di offrire a pazienti e caregiver una migliore qualità di vita”. La carenza di sangue negli ospedali ha un forte impatto sulla vita delle persone che soffrono di anemia. Nei casi di anemia più severa, con livelli molto bassi di emoglobina, l'unica opzione per i pazienti è la trasfusione di sangue. Tra le patologie che costringono chi ne è colpito a frequentare i reparti di medicina trasfusionale, le Sindromi Mielodisplastiche rappresentano la maggioranza. Si tratta di un tumore del sangue che colpisce le persone sopra i 70 anni, il cui sintomo più comune, nel caso di diagnosi di sindromi mielodisplasticaa basso rischio, è rappresentato proprio dall'anemia. Le Sindromi Mielodisplastiche (MDS – MyeloDysplastic Syndromes) sono un gruppo di malattie del sangue caratterizzate da un difetto nel midollo osseo, che non riesce più a produrre in numero sufficiente alcune linee cellulari del sangue come globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Le principali manifestazioni sono l'anemia, con pallore e spossatezza, una predisposizione alle infezioni dovuta a un numero ridotto di globuli bianchi (leucopenia) ed emorragie ricorrenti associate a un calo nella produzione di piastrine (piastropenia). La causa alla base di questo gruppo di malattie è ancora sconosciuta, in alcuni casi è associata a difetti genetici, ereditari,in altri a difetti acquisiti. All'interno di una diagnosi di MDS si possono evidenziare alcuni sottotipi che presentano una prognosi più favorevole, come un MDS con del(5q) e MDS con sideroblasti ad anello. Quest'ultima in particolare è caratterizzata dalla presenza di una percentuale importante di progenitori eritroidi anomali definiti 'sideroblastiad anello (RS)', individuabilicon una semplice colorazione del vetrino dello striscio di midollo osseo; presenta un decorso più favorevole ma col tempo porta alla dipendenza da trasfusioni. L'incidenza delle Sindromi Mielodisplastiche in Europa è di 1:12.000-13.000 abitanti e in Italia si registrano, ogni anno, circa 3.000 nuovi casi.Sono patologie tipiche dell'età avanzata, rare prima dei 50 anni: l'età media alla diagnosi è intorno ai 77anni. Le MDS si distinguonoin accordo alla presenza di diverse caratteristiche biologiche e cliniche, in basso o alto rischio, con una sopravvivenza variabile da 1 a 9 anni. Le forme più gravi possono evolvere, con il tempo, in leucemia acuta, mentre leforme piùlievi costringono i pazienti ad affrontare l' anemia e le conseguenti trasfusioni. La beta Talassemia, invece, è una patologia genetica, diagnosticata nei primissimi anni di vita,causata dalla mancata produzione di catene beta dell'emoglobina, responsabile del trasporto di ossigeno ai tessuti. Queste due tipologie di pazienti, così diverse dal punto di vista clinico, sono accomunate dalla dipendenza dalla terapia trasfusionale. Donare il sangue è una scelta importante che può fare la differenza e che può contribuire concretamente a salvare loro la vita. Celgene è impegnata nello sviluppo di farmaci che possono ridurre il fabbisogno trasfusionale nei pazienti, donando loro più tempo libero lontano dalle trasfusioni e una minor dipendenza da esse, riducendone gli effetti collaterali. La beta Talassemia, conosciuta anche con i nomi di Anemia Mediterannea, betaTalassemia Major o Morbo di Cooley, è una malattia genetica che affligge prevalentemente le popolazioni dell'area mediterranea. Questa malattia si sarebbe diffusa maggiormente nelle nostre zone geografiche come forma naturale di protezione dalla malaria. Infatti, i globuli rossi modificati dei soggetti con anemia mediterranea non sono un veicolo appropriato per il patogeno responsabile della malaria, da cui deriva una selezione naturale dei portatori di tale mutazione rispetto ai soggetti sani, i cui globuli rossi venivano facilmente distrutti dall'agente della malaria. L'Italia è una nazione endemica per questa malattia, si contano circa 7.000 pazienti affetti da Talassemia.La betaTalassemiaè caratterizzata da una ridotta o assente sintesi delle catenebeta  dell'emoglobina (Hb) che si manifesta con grave anemia microcitica, pallore, alterazioni scheletriche, epatosplenomegalia e deficit di crescita..Le forme più gravi di betaTalassemia (Talassemia Major) vengono diagnosticate di solito entro i due anni di vita e necessitano per la sopravivvenza di trasfusioni periodiche, unitamente all'impiego di farmaci ferrochelanti che riducono sensibilmente la qualità della vita.Se non trattata adeguatamente, la beta Talassemia può ridurre l'aspettativa di sopravvivenza alla secondadecade di vita. Le complicanze cardiache rimangono la principale causa di mortalità. (ANNA CAPASSO)

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