PROTEGGERE LA FRAGILITÀ

Aumentano i pazienti fragili‘Vaccinarli si deve, ma come?’

Maria Rita Montebelli

Negli ultimi anni i medici italiani stanno assistendo alla crescita di una particolare popolazione di pazienti: si tratta dei pazienti fragili, persone con un sistema immunitario compromesso e dunque più facilmente soggette ad agenti patogeni di rilevanza marginale nella persona sana. Questi pazienti sono particolarmente vulnerabili di fronte a virus come l'Hpv, il morbillo, l’herpes zoster, l'influenza, ma anche di fronte a batteri come lo pneumococco ed il meningococco. La gestione di questi individui pone delle questioni complesse, ad esempio quella delle vaccinazioni. Al tema dei vaccini per soggetti immuno-compromessi è stato dedicato il convegno ‘Le vaccinazioni nel paziente fragile’, che si è tenuto nei giorni scorsi a Milano. “Il paziente fragile è colui che per malattie intercorrenti, per farmaci assunti, per malnutrizione o per altre situazioni di debolezza è soggetto a patologie che sono molto meno comuni nella persona sana – evidenzia Carlo Federico Perno, presidente del Congresso e professore di microbiologia all’università Statale di Milano – Il paziente fragile sta diventando sempre più comune nelle nostre strutture, in quanto include una parte di popolazione crescente: chi ha patologie tumorali, chi fa uso di farmaci biologici che agiscono sul sistema immunitario, chi per età ha un sistema immunitario più fragile, chi prende farmaci immunosoppressivi, come i trapiantati. Complessivamente, si tratta di milioni di individui, che sono soggetti a germi normalmente innocui per una persona sana. Queste persone devono essere protette: questi vaccini non sempre sono gli stessi raccomandati per l’infanzia; essi rappresentano una forma di medicina personalizzata da prendere in considerazione nel momento in cui un soggetto vada incontro a forme di immuno-compromissione”. Obiettivo di questo incontro è stato porre le basi per un piano di lavoro coerente e strutturato, che dovrà essere realizzato attraverso un intervento multidisciplinare, che coinvolga gli specialisti, i medici di medicina generale, i laboratori di microbiologia e i responsabili della Sanità pubblica, attivamente coordinati all'interno del sistema sanitario delle Regioni. “L’idea del convegno è stata ispirata dalla legge 23/2015 della regione Lombardia, che delinea un’offerta sanitaria in cui si prevede la presa incarico del paziente cronico – spiega Giuliano Rizzardini, presidente del Congresso, responsabile malattie infettive, ospedale Luigi Sacco polo universitario di Milano – Il paziente cronico molto spesso è proprio quello più fragile: tra le offerte che bisognerebbe garantire rientrano a pieno titolo anche i vaccini. I vaccini dati al paziente immunodepresso e al paziente anziano eviterebbero un elevato numero di ricoveri, ad esempio per polmoniti. Serve un confronto tra diversi attori e uno sforzo congiunto affinché l’opzione vaccinale non venga omessa, in quanto ritenuta solamente compito del pediatra o dell’igienista. Sono molteplici gli specialisti (reumatologi, diabetologi, oncologi, infettivologi) che vengono frequentemente a contatto con pazienti fragili: dovrebbero essere consapevoli di questa possibilità e indirizzare i pazienti verso un percorso vaccinale preventivo, che può essere all’interno dello stesso ospedale”. “Specialisti di diverse discipline dovranno valutare caso per caso l’opportunità di questi vaccini, le dosi da somministrare e l’efficacia degli stessi – sottolinea Andrea Gori, presidente del Congresso, professore ordinario di malattie infettive all’Università di Milano e direttore di unità operativa complessa al Policlinico di Milano - È un lavoro di gruppo: ciascuno specialista, coadiuvato dai colleghi, nell’ambito di un team guidato dall’infettivologo e dal microbiologo, ha la possibilità di prevenire alcune patologie, anche mortali”. Tra i rappresentanti delle istituzioni, presente l’assessore al Welfare Giulio Gallera; invitati anche il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, la dirigente della Unità Organizzativa Prevenzione Regione Lombardia Maria Gramegna. La Lombardia è una regione molto sensibile sui temi attinenti alla salute e da sempre fa da traino nella salute pubblica nazionale. Nei confronti del paziente fragile mostra particolare sensibilità: il convegno è stato ospitato proprio nell’auditorium della Regione Lombardia, un segnale di comprensione e di disponibilità, per un argomento che richiede necessariamente un contributo politico. (MATILDE SCUDERI)