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“Riconoscere al più presto l'obesità come una malattia”

Dal I° Forum nazionale Obesità di Matera le società scientifiche dell'Italian Obesity Network lanciano l'appello alla politica e al sistema sanitario nazionale affinché l'obesità venga identificata e trattata come patologia

Maria Rita Montebelli
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“La maggioranza delle persone obese che si rivolge a un medico lo fa solo nel momento in cui accusa i sintomi di malattie correlate quali diabete, ictus, ipertensione o tumori. Quando la situazione assume livelli di criticità tali da far pensare a una patologia, allarmarsi e richiedere quindi l'intervento sanitario. Un meccanismo che non è più ammissibile in un sistema sanitario come quello italiano che ad oggi non riconosce ancora l'obesità come una malattia altamente invalidante e che rappresenta un importante fattore di rischio per lo sviluppo di malattie non trasmissibili”. Con questo appello l'Italian Obesity Network, il gruppo scientifico coordinato dall'Associazione italiana d Dietetica e Nutrizione clinica (Adi) che ogni anno il 10 ottobre organizza in tutta Italia l'Obesity Day, ha chiuso lo scorso 14 giugno il primo Forum nazionale Obesità, dalla città di Matera capitale europea della cultura 2019. Forum dove, oltre alle società scientifiche firmatarie del Manifesto dell'Italian Obesity Network e alla rete internazionale OPEN - Obesity Policy Engagement Network, hanno preso parte anche esponenti del mondo della politica tra cui l'onorevole Roberto Pella, vicepresidente vicario dell'ANCI e l'onorevole Raffaele Nevi, componente della commissione Agricoltura della Camera dei deputati. “I numeri dell'obesità nel nostro Paese hanno raggiunto livelli preoccupanti parliamo di circa 5,4 milioni di italiani adulti obesi e oltre 23 milioni in eccesso di peso – dichiara Giuseppe Fatati, presidente IO-Net - Eppure l'Italia non ha ancora un piano strategico per affrontarla, la maggior parte degli interventi politici adottati finora si sono sempre focalizzati sulla dieta, sull'esercizio e sulla prevenzione. I farmaci anti-obesità non vengono rimborsati dal Servizio sanitario nazionale e il ricorso alla chirurgia bariatrica è disponibile per gli adulti con BMI superiore a 40, oppure superiore a 35, ma affetti da una o più patologie legate al sovrappeso, quando gli sforzi precedenti di perdita di peso non sono riusciti”. I tavoli di lavoro del Forum hanno fatto emergere quanto sia necessario rafforzare, quindi, il lavoro tra politica e sanità per tutelare il bene comune, migliorare anche dal punto di vista urbanistico la qualità della vita, rendere omogenei e appropriati gli interventi sanitari su tutto il territorio nazionale e abbattere le barriere del pregiudizio sociale e culturale nei confronti delle persone obese. “Per affrontare la malattia è necessario investire sulla formazione, sull'ampliamento e sul coordinamento delle organizzazioni sanitarie del Paese affinché vengano offerti ai pazienti cure e trattamenti appropriati e omogenei su tutto il territorio - aggiunge Giuseppe Fatati - Non tutte le strutture sanitarie sono ancora dotate di centri di dietetica e nutrizione clinica, mentre tra quelle esistenti sono rari i casi di reale interdisciplinarità degli ambiti medici. Solo riconoscendo l'obesità come malattia possiamo rendere omogenea l'assistenza sanitaria e abbattere le barriere dei sensi di colpa, dei pregiudizi socio-culturali che fino ad oggi hanno guardato al problema solo dal punto di vista estetico e non clinico”. (FABRIZIA MASELLI)

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