Cerca
Logo
Cerca
+

Road Map Car-T arriva a Firenze,nuove prospettive del suo utilizzo

Nel capoluogo toscano la seconda tappa del tavolo di confronto per favorire l'introduzione di questa terapia nella regione. Claudio Favre, Aou Meyer: ”Car-t si profila come il rivoluzionario approccio di cura del XXI secolo”

Maria Rita Montebelli
  • a
  • a
  • a

Se, da un lato, la terapia con Chimeric Antigen Receptor T-Cells (Car-t) si sta imponendo come l'ultima frontiera dell'immunoterapia e in particolare delle terapie cellulari, dall'altro lato, questo trattamento richiede centri dotati di un apparato organizzativo adeguato. Per mettere i diversi servizi sanitari regionali dello Stivale, in condizione di assumere le migliori decisioni operative che rendano il sistema di cura efficace e sostenibile, Motore Sanità con il contributo di Novartis ha dato vita alla Road Map CAR-T. Si tratta di una serie di convegni regionali che hanno lo scopo di creare un tavolo di confronto tra esponenti politici, della sanità regionale e stakeholder tecnici, per favorire l'introduzione di questa terapia. Dopo la prima tappa veneta, la seconda tappa della Road Map è stata la Toscana che il 18 Giugno si è resa protagonista nell'evento ‘Road Map Car-t prospettive attuali e future dell'uso delle Car-t in Italia', con il patrocinio di Regione Toscana, dell'Ispro e della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. "Se nel secolo scorso il trapianto - dichiara Claudio Favre, direttore Centro di Oncologia ed Ematologia Pediatrica, Aou Meyer - di cellule staminali ha costituito un punto di svolta fondamentale in oncoematologia, la terapia con CAR-T si profila oggi come il rivoluzionario approccio di cura del XXI secolo, con prospettive future che potrebbero allargarne l'impiego anche ad altri tumori”. Le Car-T quindi potrebbero rivoluzionare in futuro dell'oncologia, ma già oggi possono offrire un concreto aiuto ai pazienti con linfoma o leucemia. “Negli ultimi anni l'impiego delle CAR-T in pazienti oncoematologici – prosegue Favre - si sta imponendo sempre più all'attenzione dei clinici e dell'opinione pubblica per la sua efficacia estremamente rilevante. Applicata su vasta scala, consentendo la guarigione a un buon numero di pazienti affetti da leucemia linfoblastica acuta B o da linfoma diffuso a grandi cellule B in fase avanzata – conclude l'esperto - altrimenti persi”. Uno degli attuali ostacoli all'utilizzo di questa terapia è legata al costo, ma secondo gli esperti non necessiteremo tanto di nuove risorse quanto di una organizzazione del sistema di spesa. “Le CAR-T rappresentano una nuova frontiera terapeutica dalle molteplici potenzialità. Il primo impiego di questo nuovo "magic bullet" ha condotto a risultati clinici impensabili – afferma Enrico Orciuolo, Uo Ematologia AOU Pisana - rivelando nuovi orizzonti nel trattamento delle malattie ematologiche e non. Tuttavia la tecnologia richiesta per il loro sviluppo e le risorse cliniche necessarie per la presa in carico del paziente sono un punto importante da attenzionare. Diviene pertanto fondamentale analizzare i costi e i benefici di questa nuova terapia di cui oggi si parla continuamente ma della quale sul nostro territorio nazionale purtroppo ancora non vi è possibilità concreta di impiego. Sarà pertanto fondamentale identificare le strategie per ottimizzare la gestione di tale innovazione e rendere il trattamento con CAR-T sempre più efficace e sostenibile". Un altro impegno su cui confrontarsi è rappresentato dall'individuazione dei centri per il trattamento delle Car-T e il loro accreditamento sia presso le istituzioni che presso le industrie che forniscono questa terapia. La Toscana però, in attesa della regolamentazione nazionale, ha iniziato un percorso autonomo per individuare queste strutte. “La Regione Toscana – spiega Claudio Marinai, responsabile area coordinamento Hta Estar - con DGRT 547 del 23 aprile 2019 ha individuato i centri regionali per la diagnosi e l'erogazione della terapia CAR-T ed ha formulato una previsione sul numero di pazienti da trattare nel 2019”. Non basta però identificare i centri, infatti secondo Alberto Bosi, professore ordinario Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, Università degli Studi di Firenze, sarà necessaria una “task force”. “Occorrerà decidere la sede clinica della preparazione – spiega Bosi - dell'infusione e del monitoraggio del paziente che dovrà comunque comprendere una Rianimazione dedicata. La immunoterapia con anticorpi monoclonali compresi i BITE associati ad importanti reazioni avverse, è comunemente effettuata nel reparto di Ematologia. Ritengo pertanto utile che la Direzione Sanitaria istituisca una task-force volta ad identificare la sede, il personale medico ed infermieristico deputato – conclude l'esperto - previo un percorso formativo”. Durante il convengo si è parlato anche della possibilità di creare una rete interregionale dedicata alla cura di questi pazienti con le terapie Car-T attraverso protocolli condivisi. Un metodo utile a creare un sistema assistenziale snello, di rapido accesso e soprattutto sicuro per il paziente, dove lo scambio e di idee tra regioni, tra centri ospedalieri in partnership con le aziende produttrici della tecnologia sanitaria diventa un passaggio che si potrebbe dire più che auspicabile, obbligato. La partnership pubblico-privato, in questo scenario diventa quindi ineludibile, per rendere il sistema efficace e sostenibile, per garantire al tempo stesso un rapido accesso ai pazienti indicati dalle autorità tecniche Nazionali. (ANNA CAPASSO)

Dai blog