Anaao: “No alla sanità senza medici e al loro ‘smantellamento' giuridico”
“Di questo passo – avvisa ikl segretario ANAAO Carlo Palermo - la notte della sanità pubblica diventa più cupa, fino a frantumare l'unitarietà e l'indivisibilità di un diritto della persona, trasformando le differenze in divaricazioni”
“L'estate 2019 – dichiara Carlo Palermo, Segretario Nazionale Anaao Assomed – sarà ricordata per gli attacchi alla categoria medica e alla sanità pubblica”. Dopo le delibere di Ferragosto volute dal Governatore del Veneto Luca Zaia per inserire medici neolaureati non specializzati nelle corsie di ospedale, le parole di Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ed esponente di spicco dello stesso partito politico del Presidente del Veneto, pronunciate al Meeting di Rimini, hanno scatenato accese polemiche: "Nei prossimi 5 anni mancheranno 45 mila medici di base, ma chi va più dal medico di base, ...nel mio piccolo paese vanno a farsi fare la ricetta medica, ma chi ha almeno 50 anni va su internet e cerca lo specialista. Il mondo in cui ci si fidava del medico è finito". “Ora è chiaro – dichiara Palermo – qual è il modello di sanità nei sogni una certa politica, oggi al governo del Paese. Una sanità in cui la carenza dei medici, di medicina generale o specialisti, ha la sua soluzione nella loro inutilità, sostituiti da un lato dal web in cui i cittadini trovano risposte alle loro domande di salute e dall'altra da un modello di sanità low cost in cui il lavoro medico viene pagato al massimo ribasso e viene contrabbandata per assunzioni una nuova sacca di precariato stabile, un'area di lavoro usa e getta, con l'esplicita prospettiva non della stabilizzazione, ma della disoccupazione, quando si esauriranno gli effetti della gobba demografica e della sbornia della quota 100”. “Oggi non si corre ai ripari trasformando uno stato di necessità in virtù, ma si continua a lucrare sulla pelle dei giovani medici ai quali non si garantiscono percorsi di carriera e tantomeno contributi previdenziali e tutele assistenziali. Lasciandoli esposti ad un incremento del rischio medico legale, su cui lanciano l'allarme gli stessi avvocati delle aziende sanitarie venete”. “La supponenza con cui la politica di governo dichiara finita, dall'alto della sua scienza, una storia millenaria, fondata sull'alleanza fiduciaria tra il medico ed il suo paziente, lascia intravvedere un progetto di sanità in cui il capitale umano è svalorizzato fino a sancirne la acclarata inutilità, sostituito da una app. A ben vedere, infatti, le prospettive di Zaia e Giorgetti coincidono. L'autonomia fai da te delle Regioni che si impossessano di prerogative statali occupando lo spazio che il governo, per quanto amico, non ha voluto o potuto concedere, va a braccetto con un'idea non nuova di ospedali e territori senza medici, sostituiti dalla tecnologia o da diverso personale, che ha il grande merito di costare di meno e non disturbare il manovratore”. “Di questo passo – avvisa Palermo - la notte della sanità pubblica diventa più cupa, fino a frantumare l'unitarietà e l'indivisibilità di un diritto della persona, trasformando le differenze in divaricazioni. Nella fine del carattere nazionale del Servizio Sanitario pagheranno, però, i più deboli, cui toccherà mantenere la secessione dei ricchi e la loro sanità che si finanzia drenando malati e risorse dai loro territori”. “Nessuno pensi, però, - conclude il segretario dell'Anaao - di poter contare sulla connivenza dei medici, oggi più uniti che mai nel contrastare questi attacchi, e nemmeno sull'acquiescenza dei cittadini, perché il diritto alla cura e quello a curare non sono declinabili secondo residenza o reddito, e tantomeno esigibili in relazioni virtuali, magari privatizzate. Se ne facciano una ragione: i medici tutti, dipendenti o convenzionati, non ci stanno a smantellare la più grande infrastruttura sociale costruita in Italia in nome di un modernismo fumoso ed interessato”. (EUGENIA SERMONTI)