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“Nuovi modelli di assistenza dall'innovazione tecnologica”

Il tour di incontri regionali ‘Highway diabetes: il paziente al centro?', progetto realizzato da Motore Sanità, con il contributo non condizionato di Lilly, ha fatto tappa in Veneto, che ha approvato i Team primari di assistenza

Maria Rita Montebelli
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Prevenire precocemente la progressione della malattia diabete e le sue principali complicanze, progettare modelli di assistenza moderni e vicini alle persone con diabete, che utilizzino appropriatamente le innovazioni tecnologiche, rappresenta una sfida importante ed attuale per i Servizi Sanitari Regionali. Questi saranno alcuni dei temi, motivo di confronto tra decisori regionali e tecnici di riferimento del mondo salute, durante la Serie di 6 incontri regionali ‘Highway diabetes: il paziente al centro?', Progetto realizzato da Motore Sanita', con il contributo non condizionato di Lilly, che arriva in Veneto. In tema di gestione della cronicità, il diabete, rappresenta sicuramente un caso paradigmatico in cui, si rende necessario ammodernare il sistema assistenziale, migliorando l'efficienza dei percorsi di collegamento tra ospedale e territorio. Un aspetto importante da rivedere e monitorare è rappresentato dal rispetto dell'aderenza alle cure indicate. Infatti, secondo dati EFPIA solamente le complicanze dovute alla scarsa aderenza alla terapia rappresentano un costo pari al 14 per cento del totale della spesa sanitaria dei governi europei, circa 125 miliardi di euro all'anno. Secondo il rapporto dell'osservatorio dei medicinali, In Italia, la percentuale di aderenza per i farmaci antidiabetici è del 63 per cento (OSMed 2015) e questo comporta: il raddoppio nel numero di ricoveri ospedalieri e dei costi del trattamento per il SSN, un aumento ogni anno di circa 6 giorni di assenza dal lavoro ed infine un aumento del 30 per cento della mortalità per tutte le cause (dati SID). Tra i fattori che impattano sull'aderenza terapeutica, un ruolo importante potrebbero avere le differenze regionali nella efficienza dei servizi di presa in carico delle persone con diabete nell'accesso all'innovazione. In questi ultimi 10 anni infatti, le numerose innovazioni su farmaci ed apparecchiature, hanno fornito strumenti in grado di cambiare l'evoluzione della malattia, restituendo una qualità di vita decisamente superiore. Ma tutto ciò potrà arrivare a tutti le persone con diabete solamente se l'innovazione avrà un accesso uniforme ed una collocazione appropriata e sostenibile. “Il diabete fa parte delle malattie croniche, stimiamo che in Veneto ci siano almeno 300 mila persone malate di diabete e circa 100 mila che non sanno di essere malate – ha sottolineato l'assessore Sanità e Sociale Regione Veneto Manuela Lanzarin – Quindi abbiamo la necessità di mettere il paziente al centro e lo possiamo fare solo in un sistema integrato, in un sistema in cui la rete funzioni. E la rete vuol dire medici di famiglia, specialisti, specialisti farmacisti, vuol dire anche tessuto sociale. E' in questo ambito che si è mosso il Veneto. Oggi con nuovo Piano Socio Sanitario regionale e con le Schede ospedaliere approvate definitivamente. La nuova tipologia d'intervento, definita con delibera della giunta regionale il 17 luglio scorso, prevede la nascita di ‘Team Primari di assistenza' che sono formati sempre dai medici di medicina generale, dagli specialisti, le professioni sanitarie, team che garantisce una presa in carico ottimale del paziente anche nei confronti delle malattie croniche”. "Il diabete mellito anche nel Veneto è molto diffuso, con numeri circa doppi rispetto a 30 anni fa ha spiegato il professor Enzo Bonora, ordinario di Endocrinologia dell'Università di Verona e direttore dell'UOC Endocrinologia, Diabetologia, Malattie del Metabolismo, AOUI Verona – Dati epidemiologici basati sul consumo di farmaci, esenzioni ticket e ricoveri ospedalieri documentano che circa 300 mila abitanti della Regione siano affetti da diabete. Si stima poi che altre 100 mila persone abbiano il diabete senza saperlo. Amplissimo è poi il numero di coloro che hanno glicemia nell'area del pre-diabete (oltre 500 mila). Gran parte delle famiglie del Veneto includono un soggetto con diabete o pre-diabete. Fortunatamente, chi governa la Regione Veneto da anni ha una lodevole attenzione per le persone con la malattia e i provvedimenti legislativi e amministrativi a loro favore sono stati numerosi ed efficaci. L'accesso all'innovazione terapeutica nel Veneto non è stato difficoltoso, né la rete dei centri diabetologici è stata depotenziata come avvenuto in altre realtà del Paese. Questa rete, tuttavia, richiederebbe oggi una immissione di ulteriori risorse (medici, infermieri, dietisti, psicologi, podologi) per far fronte ai bisogni crescenti delle persone con la malattia evitando disuguaglianze nell'accesso alle cure migliori. Questo permetterebbe inoltre di avere una assistenza specialistica adeguata a garantire la prescrizione dei nuovi farmaci e dei più moderni dispositivi di monitoraggio e cura". “Gli indirizzi in materia di prescrizione e dispensazione dei farmaci e dispositivi per diabetici sono disposti dalla Regione sulla base di valutazioni e decisioni condivise da un Tavolo Tecnico Regionale composto da diabetologi, medici di medicina generale e farmacisti, nonché dal Coordinamento regionale delle associazioni di diabetici. Tale organizzazione consente di garantire e migliorare costantemente l'appropriatezza d'uso”, ha dichiarato Rita Mottola, Area Sanità e Sociale, Direzione Farmaceutico Protesica, Dispositivi Medici. (MARCO BIONDI)

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