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Dieta mediterranea in aziendaper combattere il sovrappeso

Da un'indagine condotta dall'istituto Ixè in collaborazione con il gruppo Elior emerge una grande attenzione alla salute da parte della ristorazione organizzata, in prima linea nel diffondere le buone abitudini a tavola

Maria Rita Montebelli
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Per combattere l'aumento del sovrappeso dell'obesità che si riscontra in quasi tutti i paesi del ‘primo mondo' l'Italia ha un'arma molto efficace: la dieta mediterranea. Fortunatamente gli italiani ne sono sempre più consapevoli, tanto che il 55 per cento sostiene di conoscerla in maniera dettagliata e di seguirne i principi. Ma la vera novità arriva dalle rinnovate abitudini legate alla pausa pranzo: secondo una ricerca dell'Istituto Ixè in collaborazione con il gruppo Elior, leader in Italia nella ristorazione collettiva, che ha intervistato, per la prima volta, i responsabili di 10 milioni di pasti all'anno, l'85 per cento dei clienti dei ristoranti aziendali ritiene che sposare la dieta mediterranea in pausa pranzo abbia effetti benefici sulla salute; in particolare il 35 per cento ritiene che la stessa dieta possa combattere una malattia come l'obesità.Per questo la ristorazione collettiva pone l'attenzione su uno degli elementi cardine della stessa dieta, ovvero la varietà dei menù, apprezzata dai clienti e grazie alla quale è possibile rilevare un consistente aumento dei consumi di prodotti più sani e leggeri: cresce infatti la richiesta di cereali, legumi e pesce, il 79 per cento  degli chef rileva la crescita dei primi due e il 62 per cento per il terzo, mentre cala, a detta del 35 per cento degli chef la carne e per l'82 per cento il burro. Tra gli elementi garanti della salubrità di una pietanza rientrano pienamente le materie prime 100 per cento italiane, di cui si fida il 69 per cento degli italiani, spesso coniugate alla territorialità e alla stagionalità. Dall'analisi degli chef ambassador Elior si scopre anche che i consumatori del Bel Paese sono sempre più consapevoli dell'importanza per esempio dell'olio extravergine d'oliva: l'82 per cento, infatti, presta grande attenzione al tipo di olio da utilizzare per condire gli alimenti.“A tutti piace mangiare cose buone, ma sempre più italiani hanno capito che la salute passa per il piatto - afferma Margherita Sartorio co-founder e chief executive officer istituto Ixè - Al ristorante, occasionalmente, si può derogare da questa regola, ma nella ristorazione collettiva, così come a casa, la salubrità della cucina è importante e allo stesso tempo assume una notevole importanza anche la leggerezza del piatto. L'importanza della qualità delle materie prime è ormai riconosciuta, ma è fondamentale un altro ingrediente del pasto: il clima che si respira nel locale, l'ambiente, l'accoglienza e la qualità del servizio”. Per promuovere la dieta mediterranea, la ristorazione organizzata deve impegnarsi in prima linea per diffondere l'educazione alimentare all'interno di ogni tipo di struttura, di lavoro, scolastica o sanitaria, abbinata a una continua diversificazione dei menù optando maggiormente per prodotti di origine vegetale.“La dieta mediterranea è un caposaldo dell'alimentazione italiana, è richiesta e amata dai nostri consumatori e si conferma alla base della nostra politica nutrizionale - spiega Rosario Ambrosino amministratore delegato di Elior - I nostri menù sono realizzati sugli standard della dieta mediterranea, rispettando la tradizione ma in modo innovativo; in più sono legati al territorio, mantenendo inalterata la qualità delle materie prime e garantendo salubrità e leggerezza. Tutto questo è ciò che promuove la nuova ristorazione collettiva, una responsabilità che sentiamo profondamente nostra”. (MATILDE SCUDERI)

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