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Reale: “Osservatorio Ictus Italia prevenzione e riorganizzazione”

Secondo la presidente dell'Osservatorio “rendere effettive le azioni della risoluzione sulla prevenzione e la diagnosi del 2017 dalla commissione affari sociali della camera”. A dicembre l'osservatorio presenterà il suo manifesto sociale

Maria Rita Montebelli
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Il 29 ottobre si è celebrata in tutto il mondo – ed anche nel nostro Paese – la Giornata mondiale dell'Ictus, giunta alla sua 14° edizione dall'anno del suo avvio nel 2006. In questa occasione Osservatorio Ictus Italia ha voluto richiamare l'attenzione sui numeri di questo killer silenzioso e sulle azioni che anche nel nostro Paese possono essere avviate in collaborazione tra istituzioni, Ssn, specialisti, associazioni. I ‘numeri dell'ictus cerebrale' sono purtroppo drammatici: lo stroke rappresenta la prima causa di invalidità nel mondo, la seconda causa di demenza e la terza causa di mortalità nei paesi occidentali. Nel nostro Paese si registrano ogni anno circa 120 mila casi di ictus, dei quali circa un terzo porta al decesso nell'arco di un anno e circa un terzo ad invalidità seria o significativa: la conseguenza di tale dato è che le persone che attualmente vivono con gli effetti invalidanti della patologia in Italia hanno raggiunto la cifra di quasi un milione. Ricorda Nicoletta Reale, presidente di Osservatorio Ictus Italia e presidente dell'Associazione per la Lotta all'Ictus Cerebrale-ALICE, che “oggi si muore di meno a causa dell'ictus, ma si registra un aumento del numero totale degli eventi e delle persone colpite che convivono con importanti disabilità. Ci troviamo perciò a fronteggiare un fenomeno che da un lato vede un miglioramento di terapie, cure disponibili e organizzazione della presa in carico, mentre dall'altro registriamo un incremento degli eventi dato anche dall'invecchiamento progressivo della popolazione. Il tutto pone domande di riorganizzazione e di prevenzione che sono già state poste al centro della Risoluzione sulla prevenzione e la diagnosi dell'ictus cerebrale (N. 8-00268) approvata nel novembre 2017 dalla Commissione Affari Sociali alla Camera dei Deputati, un documento declinato in 19 punti che impegnava il Governo italiano su una delle patologie a maggior rischio di mortalità e disabilità,  comportando di conseguenza un peso economico e sociale a carico non soltanto del SSN e dei bilanci regionali, ma soprattutto delle famiglie che ne sono duramente provate”.  Gli impegni contenuti nella Risoluzione citata comprendono diverse attività su cui rifocalizzare l'attenzione, tra le quali: incentivare prevenzione e diagnosi di ictus e di fibrillazione atriale; favorire iniziative dedicate ad agevolare l'accesso a farmaci e dispositivi medici; sostenere progetti che incentivino l'adozione dei PDTA; promuovere campagne di sensibilizzazione per gli operatori sanitari e per la più opportuna informazione dell'opinione pubblica. Gli obiettivi della Risoluzione su cui Osservatorio Ictus Italia richiama ancora, in occasione della Giornata Mondiale, l'attenzione di politici, istituzioni, agenzie, soggetti del Servizio sanitario nazionale e specialisti, sono totalmente in linea con l'Action Plan for Stroke in Europe 2018-2030, il più importante documento collaborativo e di prospettiva espresso sulla patologia dagli specialisti delle società scientifiche europee. “Gli obiettivi prioritari dell'Action Plan for Stroke in Europe 2018-2030 – ricorda Valeria Caso, membro del direttivo dell'Osservatorio Ictus Italia e past President della Europe Stroke Organization – sono: ridurre il numero assoluto di casi di ictus in Europa del 10 per cento; trattare il 90 per cento o più dei pazienti colpiti da ictus in Europa all'interno delle stroke unit, come primo livello di cura; favorire l'adozione di piani nazionali per l'ictus che comprendano l'intera catena di cura, dalla prevenzione primaria fino alla vita dopo lo stroke, e implementare strategie nazionali per interventi multisettoriali di sanità pubblica che promuovano e facilitino uno stile di vita sano e riducano i fattori ambientali (incluso l'inquinamento atmosferico), socio-economici ed educativi che aumentano il rischio di ictus”. Come già sottolineato i ‘numeri dell'ictus cerebrale' sono importanti: come il nostro Paese, nelle sue varie esperienze regionali, sta affrontando la vastità dei problemi rappresentati dalla patologia?“ A fronte di dati importanti – risponde Valeria Caso – sono ancora poche le Unità Neurovascolari (o Stroke Unit) sul territorio, a scapito soprattutto delle Regioni del Sud. Su 300 unità Neurovascolari necessarie, ne sono operative circa 190, di cui l'80 per cento al Nord. Fra le 13 Regioni ‘virtuose', soltanto Piemonte e Friuli Venezia Giulia hanno attivato un processo di informazione e partecipazione dei cittadini/pazienti in questi percorsi. Sul fronte della prevenzione primaria, le Regioni più efficaci nell'attivare percorsi di coinvolgimento degli operatori e dei cittadini sono quelle già citate più Emilia Romagna e Basilicata. Sul fronte della riabilitazione, appaiono più avanti le regioni indicate con l'aggiunta delle Marche”. Se queste sono le ‘risposte sul territorio', quali sono dunque oggi le criticità e le problematiche rilevanti su cui concentrare le azioni istituzionali e complessive di politica sanitaria e prevenzione? Risponde Antonio Carolei, membro fondatore dell'Osservatorio Ictus Italia, past-president di ISO-Italian Stroke Organization, già professore ordinario di Neurologia: “le criticità prioritarie sono queste: necessità di revisione ed integrazione del Decreto ministeriale 2015/70 in ordine agli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera; revisione critica ed applicabilità reale del modello hub and spoke in funzione della distribuzione dei presidi dedicati (stroke unit di I e II livello) e della disponibilità di reparti o servizi con competenze di radiologia e neuro-radiologia interventistica; revisione dei modelli organizzativi sulla base delle più recenti acquisizioni in ordine alle modalità di trattamento disponibili (trombolisi endovenosa e trombectomia meccanica), e del conseguente progressivo ampliamento della finestra terapeutica; revisione e adeguamento degli standard organizzativi, strutturali e tecnologici in rapporto a dove effettivamente sono allocati i posti letto per i pazienti con ictus acuto; revisione della rete dell'emergenza-urgenza per l'ictus cerebrale dopo analisi critica della disponibilità ed eventuale ricollocazione territoriale delle diverse figure professionali coinvolte”. Confermando la propria continua ed autorevole attenzione sui temi dello stroke, l'Osservatorio Ictus Italia annuncia già in occasione della Giornata mondiale che verrà presentato a Roma a metà dicembre, all'interno di un evento istituzionale pre-natalizio, un Manifesto Sociale in collaborazione con l'Intergruppo Parlamentare per le Malattie Cardio-Cerebrovascolari, documento all'interno del quale verranno riprese ed attualizzate le azioni già previste nella Risoluzione e sottolineate alcune delle priorità organizzative ed assistenziali rivolte ad assicurare ai pazienti ed ai cittadini la migliore risposta sanitaria alle domande che l'ictus cerebrale pone al nostro Paese. (FABRIZIA MASELLI)

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